L’ex stabilimento Unilever di Pozzilli, un tempo uno dei fiori all’occhiello del nucleo industriale Pozzilli-Venafro, sta attraversando un momento critico. Un’azienda che per decenni ha rappresentato solidità e occupazione nella zona, si trova ora in un limbo incerto, dopo che il progetto di riconversione del sito in impianto per la produzione di plastica riciclata è stato bloccato. Il progetto, che nelle intenzioni iniziali avrebbe dovuto rilanciare l’area, garantendo sia un contributo ambientale sia il mantenimento dei livelli occupazionali, pare sia stato definitivamente bocciato da Invitalia, l’agenzia che gestisce gli incentivi per lo sviluppo industriale in Italia.
Lo stabilimento Unilever, situato nel cuore del nucleo industriale di Pozzilli-Venafro, è stato per anni una delle principali realtà produttive della zona. Specializzato nella produzione di detergenti (Svelto, Cif, Coccolino, etc…), l’impianto dava lavoro a centinaia di persone e garantiva una presenza economica stabile in Molise, una regione con un tessuto industriale fragile. Per anni, la fabbrica è stata sinonimo di affidabilità , e molti lavoratori hanno vissuto con profitto la propria intera carriera professionale all’interno dell’azienda.
Tuttavia, con il passare degli anni e i cambiamenti nelle dinamiche del mercato globale, l’Unilever ha progressivamente ridotto la sua produzione fino a cessarla del tutto, fermando l’attività dello stabilimento nel 2021. Ciò ha lasciato numerosi lavoratori senza occupazione e ha segnato l’inizio di un percorso difficile per la regione, già segnata da una cronica carenza di investimenti e opportunità economiche.
Dopo la chiusura, l’attenzione si è rivolta a un ambizioso progetto di riconversione: trasformare l’ex stabilimento Unilever in un impianto di riciclo della plastica. Il piano prevedeva di rendere Pozzilli un centro d’avanguardia nel recupero e nella trasformazione degli scarti plastici, allineandosi alle nuove direttive europee in materia di economia circolare e sostenibilità ambientale. Il progetto fu accolto con grande entusiasmo dalla comunità e dai lavoratori, che vedevano nella riconversione una speranza concreta per il proprio futuro occupazionale.
Il piano di riconversione era promosso dalla joint venture P2P, formata da Unilever e Seri Industrial, un gruppo specializzato nel settore del riciclo. Il progetto avrebbe dovuto prevedere la costruzione di un impianto innovativo per la selezione e il trattamento degli scarti plastici post-consumo, un’iniziativa vista come fondamentale per lo sviluppo del settore del riciclo in Italia, specialmente in un’area del Sud dove mancano infrastrutture all’avanguardia​.
Nonostante le grandi speranze, nei primi mesi del 2024 sono iniziate a circolare voci sempre più insistenti riguardo a un possibile stop del progetto. Invitalia, l’agenzia governativa incaricata di valutare e finanziare il piano di riconversione, ha espresso dubbi sull’iniziativa. In particolare, ha richiesto una rimodulazione del progetto, riducendo la portata dell’area sperimentale prevista. Seppur in una prima fase osteggiata, la richiesta, è stata accolta. E proprio in queste ore era atteso l’esito della valutazione del progetto rimodulato, che pare non abbia soddisfatto i requisiti del Ministero.
Invitalia avrebbe quindi deciso di non finanziare il progetto, bloccando di fatto la riconversione. La joint venture P2P, che aveva investito ingenti risorse nel piano, non ha probabilmente la forza per portare avanti l’iniziativa senza il contributo dello Stato,
La decisione ha generato grande preoccupazione tra i lavoratori e i sindacati, che temono una ulteriore crisi occupazionale su larga scala.
La bocciatura del progetto rappresenta un duro colpo per il Molise, una regione già provata da difficoltà economiche. I lavoratori dello stabilimento, che avevano sperato di tornare al lavoro grazie alla riconversione, si trovano ora di fronte a un futuro incerto. Al momento, i dipendenti sono sostenuti dagli ammortizzatori sociali, ma la fine del progetto potrebbe segnare la fine delle misure temporanee, aggravando la già difficile situazione occupazionale​
​La comunità locale, supportata dalle sigle sindacali, ha espresso la propria preoccupazione per il futuro dello stabilimento, chiedendo un intervento del governo e delle autorità regionali per trovare una soluzione alternativa che possa salvaguardare i posti di lavoro e rilanciare l’area industriale di Pozzilli. Al momento, resta da capire se verranno avviati nuovi tavoli di discussione o se ci saranno ulteriori sviluppi nel prossimo futuro.
La storia dell’ex Unilever di Pozzilli è un esempio emblematico delle sfide che il tessuto industriale italiano, soprattutto nelle aree più periferiche, sta affrontando in un contesto economico globale sempre più competitivo. La bocciatura del progetto di riconversione segna un momento critico per l’intera regione, e il futuro dello stabilimento e dei suoi lavoratori rimane appeso a un filo. Ma intanto ieri sera, al termine dell’incontro al Mimit, il presidente della P2P Paolo Di Giovanni ha garantito che «l’azienda adeguerà il piano degli investimenti», comunicando «l’avvio immediato delle attività operative al fine di accelerare i tempi di realizzazione del progetto».
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