Le note vicissitudini in cui è incappata la cooperativa sociale “La Casa di Tom” hanno finito con il mettere in ginocchio un progetto che stava dando soddisfazioni a tutti. Operatori ed ospiti stessi nonché comunità. Da ieri, infatti, lo Sprar Msna e lo Sprar ordinario di Scapoli sono “sospesi”. A darne comunicazione è stato direttamente il sindaco Renato Sparacino. Il capo dell’amministrazione comunale si è dovuto pertanto arrendere di fronte all’impossibilità della cooperativa di disporre nuovamente dei propri conti correnti, ricordiamo posti sotto sequestro dalla magistratura a seguito dell’inchiesta “Welcome to Italy”.
Sparacino ha tenuto comunque pure a precisare che «il Comune di Scapoli non ne è assolutamente coinvolto ed è completamente estraneo a queste vicende».
Considerato, però, che la cooperativa al momento «non può più assicurare i servizi necessari, né il Comune può sostituirsi alla stessa nella gestione quotidiana delle strutture, al fine di tutelare il benessere degli ospiti presenti nelle strutture presenti a Scapoli, mio malgrado, ho ritenuto opportuno richiedere al Servizio centrale del Ministero dell’Interno una sospensione temporanea delle attività per un periodo di sei mesi e, nel contempo, di disporre il trasferimento immediato dei beneficiari in altre strutture».
Già da oggi, quindi, ai beneficiari dello Sprar, 14 minori e 3 adulti, andrà trovata una sistemazione alternativa. Gli ospiti sono rimasti amareggiati dalla situazione, alcuni sono stati visti persino in lacrime. L’integrazione funzionava e dava lavoro – per dirla tutta – ad almeno sei persone della Valle del Volturno che a breve rischieranno di non avere più occupazione in un territorio già pesantemente martoriato.
Sia come sia, il sindaco Renato Sparacino ha affermato che «la priorità, adesso, è quella di continuare a garantire l’assistenza ai ragazzi e nel contempo la tutela dei dipendenti, in questa fase di incertezza che speriamo si risolva nel più breve tempo possibile».
Il progetto Sprar di Scapoli scadrà a metà 2020, con la sospensione di sei mesi si arriverà pertanto a ridosso dei termini. Ma al momento altra soluzione non era possibile secondo quanto prospettato dal primo cittadino e dalla stessa cooperativa adesso nei guai.
«Era un bel progetto di accoglienza e integrazione davvero – confida un cittadino -, adesso i ragazzi vivranno sicuramente un disagio perché si erano ben ambientati a Scapoli». Talmente tanto, evidentemente, che quando gli è stato comunicato che dorvanno lasciare la struttura e il paese alcuni di loro sono scoppiati in lacrime.

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