Ennesima, grave tragedia per il Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Un’orsa è stata infatti investita e uccisa sulla Statale 17 in territorio abruzzese alla vigilia di Natale. La notizia ha sconvolto il mondo del Pnalm e gli amanti dello splendido e raro animale marsicano che, ricordiamo, è a rischio estinzione. L’ente ha comunque attivato sin da subito una task force per tentare di salvare il suo cucciolo, di appena un anno, che ha vegliato la mamma morta per tutta la notte e che adesso si aggira nell’area dove è avvenuto l’investimento: qui pare che i due fossero frequentatori abituali dall’estate almeno.
L’incidente è avvenuto nei pressi dello svincolo per il cimitero di Castel di Sangro, fuori dall’area contigua del Parco. L’orsa è morta quasi sul colpo. Il direttore del Pnalm Luciano Sammarone, accorso sul posto allertato dalla centrale dei Carabinieri, ha trovato una pattuglia della Polizia stradale e, costatata la morte, ha organizzato il recupero dell’orsa chiamando il veterinario del Parco e i Guardiaparco. La preoccupazione, oltre ovviamente al recupero dell’animale era ed è quella del cucciolo, per questo per tutta la notte il biologo del Parco della Maiella e 4 Guardiaparco hanno perlustrato la zona per tenere lontano il cucciolo, che ha continuato per tutta la notte a cercare la mamma.
D’intesa con la Polizia Stradale è stata posizionata la macchina dei Guardiaparco con lampeggianti a bordo strada per avvisare gli automobilisti del possibile pericolo derivante dall’attraversamento del cucciolo. L’Anas pure ha fatto la sua parte posizionando apposita segnaletica straordinaria. Questo dispositivo verrà mantenuto almeno per altri 3-4 giorni nella speranza che poi il clima più gelido consigli al cucciolo di andare in letargo. L’orsa morta sarà sottoposta nei prossimi giorni a necroscopia.
Il Parco nazionale è rimasto «senza parole» per la tragedia «che aumenta la frustrazione di chi ogni giorno dedica tutte le sue energie alla tutela dell’orso. La morte dell’orsa, come sempre accade in questi casi, riapre il dibattito sulle cause e sui possibili rimedi, ovviamente mai semplici perché il problema è davvero complesso. Ognuno avrà la sua soluzione, noi addetti ai lavori abbiamo in primis l’obbligo di assicurare che il cucciolo vada in letargo senza problemi».
Ricordiamo che solo lo scorso agosto a Rionero Sannitico un altro plantigrado era stato investito e ucciso sulla Statale.
Tornando al cucciolo di circa 1 anno a quanto pare «sta bene, ovviamente spaventato e spaesato. Ma è un orso, quindi uno degli esseri viventi più intelligenti, che troverà il modo per svernare, se non disturbato».
Il Paco ha poi precisato che «la femmina aveva 8-10 anni ed è una perdita gravissima, anche perché stava bene, e questo solo grazie al fatto che in natura trova, come tutti gli altri orsi, tutto il necessario per sopravvivere. La femmina, col cucciolo, stava ancora in giro in attesa del letargo perché il meteo le permetteva di farlo: caldo, zero neve e cibo. Perché andare a dormire in una tana quando si può ancora godere di sole e cibo? Anche questi sono gli effetti dei cambiamenti climatici». Dunque, «la storia di Peppina del 2018 ci ha insegnato che anche le femmine coi piccoli si muovono tantissimo, e questo conferma che l’orso ha bisogno di tanto spazio, soprattutto fuori dalle aree protette, perché è li che si gioca la partita della conservazione. Anche per questo stiamo lavorando tutti insieme per trovare soluzioni adeguate a creare corridoi che garantiscano spostamenti sicuri».

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