In mille secondo gli organizzatori, 500 per la Prefettura. Il solito ‘balletto’ di numeri che, sia come sia, non cambia la sostanza della giornata: il territorio si è stretto intorno alla lotta dei lavoratori Unilever per gridare forte un deciso “no” alla chiusura dello stabilimento di Pozzilli.
Non solo i dipendenti della multinazionale a sfilare lungo la Statale 85 Venafrana, bloccata per oltre due ore (con i disagi facilmente immaginabili), bensì anche gruppi di operai di pressoché tutte le altre aziende del Nucleo industriale, sindaci della provincia e dell’alto casertano, assessori (Vincenzo Cotugno) e consiglieri regionali (Antonio Tedeschi, Popolari per l’Italia; e Micaela Fanelli, Pd), l’europarlamentare Aldo Patriciello e ancora studenti, uomini di Chiesa e semplici cittadini. Tutti uniti a difesa di quello che è sempre stato considerato il fiore all’occhiello dell’intera area industriale. Una grande prova di solidarietà da parte del territorio.
Il corteo, con in testa lo striscione “Chiusura Unilever – morte di un territorio” e subito in seconda fila la schiera di politici e amministratori locali, è partito alle 9 dallo stabilimento Unilever e, attraversando la Statale 85 Venafrana, ha raggiunto il centro commerciale I Melograni per poi fare ritorno davanti ai cancelli.
La manifestazione si è svolta in modo assolutamente pacifico e senza alcuna tensione: i lavoratori sono fermissimi nella loro posizione ma non sono mai andati sopra le righe, nonostante la stanchezza di 8 giorni consecutivi di presidio, la perdita di giornate di paga e la grande preoccupazione per il futuro. Composti, così come composti e fermi sono stati i tanti colleghi che hanno aderito allo sciopero di tre ore proclamato dai sindacati territoriali per manifestare in concreto l’adesione alla lotta. Una “solidarietà di classe” che non si vedeva da anni.
Gli operai Unilever hanno tenuto a rimarcare la difesa non solo del proprio posto di lavoro ma anche della loro dignità e di quella del territorio.
Al termine del corteo hanno preso la parola rsu, sindacalisti, sindaci e politici. In particolare, la segretaria regionale della Uil Tecla Boccardo ha voluto evidenziare come «siamo molto preoccupati, se chiude lo stabilimento crolla tutto il sistema, tutta l’economia dell’area e quella molisana. Se oggi per l’Unilever siamo in molti, ancora di più dovremo essere nei momenti di confronto e di coinvolgimento per il “Progetto Molise” che da tempo noi, e non soltanto noi per la verità, pretendiamo». La consigliera regionale del Pd Micaela Fanelli, annunciando la presenza al tavolo di giovedì mattina al Mise, si è detta invece convinta che nonostante le difficoltà «ce la faremo».
Nicandro Cascardi della Uiltec ha fatto sapere che come sindacati sono «contenti per la risposta che hanno dato la politica e il territorio».
Sulla stessa lunghezza d’onda il segretario della Cisal Antonio Martone: «Siamo soddisfatti, qiuesto è il Molise che difende la propria dignità».
I lavoratori hanno sottolineato che hanno deciso di sfilare «contro il silenzio assordante dell’azienda: pretendiamo risposte e chiarezza».
«Solidarietà alle famiglie coinvolte» ha voluto esprimere pure l’eurodeputato Aldo Patriciello: «Occorre sensibilizzare le istituzioni per quest’area in difficoltà».
Il particolare e delicato momento del territorio è stato al centro dei pensieri anche del sindaco di Montaquila Marciano Ricci che dopo essere stato al presidio nei giorni scorsi anche ieri insieme agli altri primi cittadini ha voluto manifestare «vicinanza a lavoratori: se dovesse chiudere Unilever sarebbe un grosso dramma, in Molise la disoccupazione è troppo elevata».
Alfredo Ricci, sindaco di Venafro e presidente della Provincia, dal palco ha ancora una volta specificato che la lotta Unilever è la lotta di un intero territorio: «Stiamo parlando di 500 famiglie, come un comune di medie dimensioni della nostra provincia che rischia di chiudere. Siamo qui per far sentire la nostra voce, e con voi c’è la voce delle istituzioni». Alcuni operai hanno poi rimarcato come la “crisi” in atto sia anche frutto di «20 anni di politiche sbagliate che ci hanno portato a questo disastro…». Un grosso applauso è stato tributato ai tanti lavoratori che, terminata la manifestazione, hanno fatto ritorno alle rispettive fabbriche.
La dimostrazione di compattezza e forza è stata consegnata: ora la parola passa ai tavoli. Uno in programma per ieri sera in Regione e poi due al Ministero dello Sviluppo economico: il primo ‘targato’ Movimento 5 Stelle questa mattina alle 9 alla presenza di una delegazione grillina e della sottosegretaria Alessandra Todde; e l’altro giovedì alle 12,30, sempre presso il Mise, questa volta con la sottosegretaria Alessia Morani e una delegazione del Pd molisano.
Secondo alcuni la vera partita si giocherà proprio al Mise, con la multinazionale chimica anglo-olandese che dovrà dare delucidazioni a governo e sindacati su che futuro ha in mente per lo stabilimento di Pozzilli (oggi più che mai in concorrenza diretta con quello di Casalpusterlengo).
Intanto, per questa mattina è in calendario pure l’assemblea sindacale per fare il punto della situazione e decidere il da farsi sullo sciopero ad oltranza.
riccardo prete