Da oggi gli operai Unilever torneranno in fabbrica a produrre. Dopo 10 giorni di sciopero ad oltranza, i lavoratori riuniti in assemblea hanno deciso di stoppare la protesta.
La scelta è arrivata alla fine del dibattito sindacale, in cui tutte le sigle hanno proposto la fine dell’agitazione in vista del tavolo di confronto che si svolgerà presumibilmente a metà settimana prossima al Ministero dello Sviluppo economico, alla presenza dei vertici europei di Unilever, segnatamente Marc Engels (52enne tedesco Chief supply chain officer).
L’assemblea ha votato a stragrande maggioranza in modo favorevole al “cambio di strategia”. Con lo stop all’agitazione, salta chiaramente anche il blocco degli straordinari. Come spiegato dai sindacati al termine della riunione con i lavoratori fuori ai cancelli dello stabilimento pozzillese, «la protesta viene revocata perché si dà credito al tavolo ministeriale di ieri (altroieri, ndr) che ha preso impegni precisi sulla convocazione di un tavolo con la presenza dell’azienda a partire da giovedì 13 febbraio in poi». Dunque, come reso noto nero su bianco dalla Rsu e dalle segreterie di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil e Fialc Cisal, «la protesta è revocata ma, nel caso l’azienda non dovesse portare sviluppi sul futuro al tavolo di trattativa ministeriale, si perderebbe l’unica occasione di ripristinare la reciproca fiducia tra le parti, persa negli ultimi mesi e, inevitabilmente, riprenderebbero ulteriori azioni di protesta».
Al momento, però, i lavoratori hanno deciso di deporre l’ascia e da questa mattina alle 6 riprenderanno il regolare servizio. È evidente che lo stato d’animo degli operai non è lo stesso che ha accompagnato la vita dello stabilimento dalla sua nascita. Ottime relazioni sindacali, «stipendi dignitosi e lavoratori coccolati», come ha confidato qualche dipendente.
Adesso, per la prima volta in 40 anni, il futuro fa paura. La multinazionale, impegnata in un grosso piano di revisione del business a tutti i livelli, al Mise ha assicurato che non chiuderà il sito di Pozzilli. Per capire cosa ciò voglia dire, tuttavia, occorrerà attendere il confronto al Ministero tra le parti. La ricoversione di cui si è parlato non lascia tutti tranquilli. Come ha spiegato qualche operaio, «vogliamo vedere numeri e cifre prima». Ancora più netto è stato Antonio Martone della Cisal che ha avvisato: «Bene l’impegno dell’azienda al Mise, ma ora vogliamo un piano industriale credibile».
Insomma, c’è sì un ottimismo ma piuttosto cauto. Intanto, è stata fatta una apertura di credito ai vertici Unilever. Lo stop allo sciopero ad oltranza è un atto non sottovalutabile. Prendersi gioco dei lavoratori facendo vaghe promesse potrebbe rivelarsi pericoloso.
L’azienda dovrà dire quale futuro ha in mente per Pozzilli: i lavoratori si sono detti pronti a conoscere la verità, anche quella più dura. La sensazione è che la fiducia verso i vertici sia scemata. Adesso occorrerà mettere tutto nero su bianco.
Intanto, dalla Regione è arrivato il commento del governatore Donato Toma che ha accolto «con piacere» la scelta degli operai i quali, «con grande senso di responsabilità e dopo giorni di sacrificio, hanno deciso di sospendere lo stato di agitazione e di rientrare al lavoro. Il confronto tra azienda e sindacati, ripreso grazie alla mediazione della Regione che lunedì scorso ha messo intorno ad un tavolo istituzionale i diversi attori dopo un lungo periodo di mancata comunicazione, ha dato i suoi frutti e ora tutti guardiamo al futuro con ritrovato ottimismo».
riccardo p

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