Rottura sindacale sempre più accentuata all’Unilever di Pozzilli.
A seguito degli interventi della Cisal e del suo segretario Antonio Martone che continuano a paventare scenari drammatici, sono scese in campo unitariamente le segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil di categoria, ovvero Filctem, Femca e Uiltec.
«Veniamo sempre tirati in ballo riguardo a situazioni già ampiamente superate dal confronto avuto nelle sedi istituzionali (Industria 4.0) – premettono quindi i sindacati ‘tradizionali’ -. Non si può sempre fare i primi della classe, sedendosi poi a rimorchio in tutti i tavoli che faticosamente costruiamo, per poi dire sempre che, se non ci fosse stata la Cisal tutto il problema Unilever non sarebbe venuto fuori. Le segreterie regionali, da subito (stiamo parlando di fine novembre 2019), hanno attivato le rispettive segreterie nazionali e solo grazie a questo lavoro che si è avuto l’incontro prima con le Rsu e poi in Confindustria. Non stiamo dicendo che il problema è risolto ma che il lavoro di tutti ci ha portato ad ottenere risultati (i tavoli regionali e ministeriali evidenziano ciò) ma se, tutti i giorni, pur non sapendo come andrà a finire, tentiamo di costruire una soluzione ed invece c’è qualcuno che fa come Penelope che di giorno tesse la tela e la sera la neutralizza, non pensiamo che si stia facendo il bene del sito di Pozzilli».
Inoltre, Filctem, Femca e Uiltec segnalano come «in un esercizio egocentrico che si fa fatica a capire, si producono richieste a nome di tutta la Rsu con la sola Cisal firmataria che dispone anche la presenza dei segretari territoriali (tutti), senza chiederne preventivamente la disponibilità. Poi nel mentre rincorrono altre firme sui comunicati ci chiedono di non pensare solo alla ribalta televisiva e loro passano più tempo a rilasciare interviste che a costruire percorsi condivisi. Se l’intento è separarci per addivenire a tavoli separati, basta dirlo, ognuno si assumerà le proprie responsabilità! Altrimenti continuiamo a lavorare insieme con più fatti e meno chiacchiere!».
Dunque, «qual è l’aiuto che state dando a questa trattativa, dopo lo spunto iniziale? Dopo la riunione in Regione finita nottetempo con ulteriori due giorni di sciopero, cos’è cambiato per rientrare in stabilimento? Evidentemente qualcosa, altrimenti si poteva rientrare prima! Se c’è evoluzione in itinere (che si sta costruendo tra mille difficoltà) qual è il senso della continua reiterazione di notizie catastrofiche che il Mise ci ha già smentito?».
Poi l’allusione: «Non è che qualcuno ha interesse che la cordata non facente capo ad unilever veramente compri il sito ed allora ben vengano notizie negative? Non è che qualcuno sta pensando di ampliare i propri confini politici oltre il perimetro comunale?».
Insomma, una rottura nei rapporti a questo punto abbastanza evidente. Filctem, Femca e Uiltec ci tengono infine a sottolineare che «a noi interessa la sorte dei 437 lavoratori che attorno all’Unilever portano il “pane” a casa e per questo ci batteremo sino alla fine!».
ppm

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