Angelina, 87 anni, è stata dimessa dall’Istituto Neuromed di Pozzilli dopo essere stata curata in piena emergenza coronavirus.
Asintomatica, è stata sottoposta a tutti i trattamenti dei protocolli stabiliti dalle disposizioni del Ministero della Sanità. «È difficile- racconta l’anziana signora- esprimere a parole l’esperienza e le emozioni che ho vissuto in questi lunghi mesi di decenza. Vado via lasciando tanti amici, tanta umanità che mi ha sempre circondato. Una seconda famiglia per me fatta di medici, infermiere e infermieri, personale sanitario tutto, fino agli addetti alla mensa. Lasciando la struttura non sono riuscita a trattenere le lacrime».
Lontana dalla famiglia per quasi tre mesi, poteva solo ricevere chiamate dai figli, nipoti e amici. Ricoverata nel reparto di neurofisioterapia da novembre dello scorso anno, è riuscita a recuperare anche da un ictus ischemico con infarcimento emorragico fronto-parietale sinistro, grazie alla professionalità dell’equipe medica del reparto guidato dal dottor Iezzi.
«Grazie alla dottoressa Nunzia Foschini- racconta ancora Angelina- per la sua grande professionalità ed umanità, anche quando mi spiegava quello a cui sarei andata incontro, lei lo faceva con tanta calma e sicurezza infondendomi fiducia e serenità. Queste sono le doti umane oltre che professionali che ho trovato nel reparto, tutti medici bravi, persone speciali. Il mio grazie va inoltre al personale tutto che in oltre sei mesi di degenza ho conosciuto qui: leggendo il dolore e la paura sul mio volto hanno cercato in ogni modo di rassicurarmi. Poi è arrivato il virus e sono rimasta in clinica a Pozzilli per tutto questo tempo. E qui tutti hanno dimostrato ancora di più la loro umanità aiutandomi psicologicamente ad accettare la possibilità di essere stata colpita dal coronavirus. Per fortuna non è stato così. Grazie di cuore, carissimi tutti, per la vostra professionalità, dedizione e sensibilità che rendono la degenza di ogni paziente ed i problemi legati ad essa più leggeri e sopportabili. Forse non ve ne siete mai accorti ma il vostro sorriso ed il vostro sguardo affettuoso era per me fonte di sollievo e di forza. Che cosa posso aggiungere se non che in un tempo dove si parla spesso di malasanità è giusto e doveroso dare merito a chi ogni giorno dedica la propria vita e professione per alleviare le sofferenze degli ammalati. Dove c’è buona sanità è giusto valorizzarla. Per tutto il periodo dell’emergenza -racconta ancora Angelina- mi hanno fatto sempre sentire a casa mia, nonostante la lontananza dei miei cari che non potevano venire in clinica. Lo voglio dire a tutti: qui ho trovato una seconda famiglia. Tutti saranno nel mio cuore fino all’eternità….».

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