I due si stanno separando. Lei chiede al marito di dormire in letti separati. Lui la stordisce con un narcotico e abusa di lei nel sonno. Per questo episodio il giudice del Tribunale di Vasto, Stefania Izzi, ha condannato a 2 anni e 8 mesi di reclusione e a 30mila euro di risarcimento danni G.P., un operaio di 31 anni. Nei confronti dell’uomo pendeva la pesante accusa di violenza sessuale ai danni della moglie. Un’ipotesi di reato aggravata dalla somministrazione alla stessa di psicofarmaci. Il grave episodio del quale l’uomo è stato riconosciuto colpevole risale al novembre del 2011, quando la donna raccontò ai carabinieri della Compagnia di Ortona quanto accaduto tra le mura domestiche. “In procinto di lasciarsi – spiega l’avvocato Matteo Benedetti, del foro di Lanciano, che ha patrocinato la parte civile – la donna avrebbe chiesto al marito di dormire in letti separati. La sera prima dell’episodio contestato all’imputato, l’uomo avrebbe però somministrato alla moglie degli antidepressivi allo scopo di narcotizzarla per abusare poi di lei nel sonno”. Ma la moglie trentaduenne si sarebbe svegliata proprio durante l’atto sessuale, avvenuto contro la sua volontà. Tredici mesi fa i carabinieri fermarono l’uomo e aprirono un’inchiesta. La perizia medica avrebbe confermato la condotta dolosa del marito. Due giorni fa il gup del Tribunale di Vasto, Stefania Izzi, ha condannato l’imputato a 2 anni e 8 mesi di reclusione e al pagamento di 30mila euro quale risarcimento del danno patito dalla consorte, da cui già all’epoca dei fatti si stava separando. Il trentunennne, tramite il suo avvocato, Italo Longo del foro di Pescara, presenterà appello per chiedere il giudizio in secondo grado. Per motivi di privacy, sull’identità del condannato e della donna permane il massimo riserbo. Al Tribunale di Vasto è il primo caso giudiziario di violenza sessuale con narcotico.