La piana di Venafro peggio della Pianura Padana. Ebbene – o male – sì. Per quanto forte possa suonare, sono i dati a ‘parlare’.
In termini di inquinamento i valori di Pm10 e Pm2,5 di Venafro sono tra i più alti d’Italia. Non tanto, o non solo, in termini di sforamenti, a cui ormai i venafrani sembrano essersi tristemente “abituati”. Bensì in termini di presenza media nell’aria delle polveri sottili e del particolato fine.
Pur rientrando nell’attuale normativa italiana, i numeri sono drammatici. E di gran lunga superiori (fino a quattro volte) a quanto raccomandato dall’Organizzazione mondiale della Sanità. C’è poco da girarci intorno, con questi livelli di inquinamento la salute è a rischio.
Come si fa a dire che Venafro è più inquinata di Milano o Brescia o Torino? Semplice, purtroppo. Basta confrontare i dati messi a disposizione dalle varie Arpa in Italia. Questo lavoro lo ha fatto, come ogni anno Legambiente. Il rapporto Mal’Aria si concentra tuttavia sui grandi centri. Ma, ancora una volta, basta semplicemente consultare il report su “La qualità dell’aria in Molise” prodotto dall’Agenzia regionale per la protezione ambientale del Molise ed il ‘gioco’ è fatto.
«Nelle analisi ottenute grazie ai dati forniti dalle centraline sui valori delle Pm10 ad esempio Alessandria lo scorso anno ha registrato una media annuale di Pm10 più alta delle altre città, pari a 33 microgrammi per metro cubo. Valori quasi identici a Milano (32), Brescia, Lodi, Mantova, Modena e Torino (31). In generale, la maggior parte dei luoghi con cifre davvero preoccupanti si trovano soprattutto in Pianura Padana», scrive “Green&Blue” de La Repubblica a commento di Mal’Aria di Legambiente.
Dunque, è sufficiente sfogliare il report molisano per verificare come Venafro nel 2020 – in questo caso ma i dati anconché parziale sono simili pure nel 2021 – abbia fatto registrare una media di Pm10 pari a 32 (l’Oms fissa la linea a 15). 32 ug/m3, una media annuale identica a Milano e superiore a tutte le altre città d’Italia, ad eccezione di Alessandria che, abbiamo visto, è arrivata a 33.
Se sulle polveri sottili Milano e Venafro ‘pareggiano’, la città diomedea scavalca il capoluogo lombardo in termini di presenza media di particolato fine, il temibilissimo Pm2,5. In questa ‘classifica’ Venafro – con limite dell’Oms a quota 5 – fa registrare un valore di 23 ug/m3 (fonte sempre report Arpa). Peggio fanno solo Cremona e Venezia con 24.
«Anche per le Pm2,5 i valori più preoccupanti (quattro volte tanto le indicazioni Oms) si registrano al nord e in Pianura con record a Cremona e Venezia (media annuale 24 µg/mc). Male anche Torino, Asti, Piacenza, Verona, Milano e Padova (tutte intorno a una media di 20 µg/mc)».
Come spiega Legambiente, «gli ultimi dati legati alla mortalità prematura dovuta all’inquinamento atmosferico indicano infatti come ogni anno nel nostro Paese siano oltre 50mila le morti premature dovute all’esposizione eccessiva ad inquinanti atmosferici come le polveri sottili (in particolare il Pm2,5), gli ossidi di azoto (in particolare l’No2) e l’ozono troposferico (O3). Numeri simili, come ordine di grandezza, a quelli impressionanti legati al Covid-19 che ci hanno accompagnato per tutto l’anno appena concluso. La connessione fra inquinamento atmosferico e mortalità ha avuto di recente un importante sviluppo. Un tribunale inglese ha emesso il mese scorso una sentenza storica, riconoscendo lo smog come concausa della morte di Ella Kissi-Debrah, una bambina di 9 anni, scomparsa nel 2013 in seguito all’ennesimo attacco d’asma. A distanza di 7 anni, sia il giudice che il medico legale hanno riconosciuto che i livelli di biossido di azoto (No2) vicino alla casa della bambina – superiori ai valori indicati dalle linee guida dell’Oms e dell’Unione europea -, abbiano contribuito all’aggravamento della situazione sanitaria della bambina. Una sentenza che potrebbe portare nei prossimi anni ad avere numerose cause da parte dei cittadini nei confronti del decisore pubblico in quei territori dove i limiti non vengano rispettati».
Tornando alle questioni “locali”, anche negli ultimi giorni Venafro ha fatto registrare sforamenti di Pm10. Da inizio 2022 la centralina Arpa “Venafro 2” ha già segnalato 17 (su 35 annuali) superamenti del limite massimo giornaliero. Ieri la situazione nella piana (vedasi foto) appariva anche visivamente drammatica. Ma per conoscere i valori di inquinamento della giornata di venerdì occorrerà attendere lunedì.

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