In attesa dell’esito degli studi, occorre agire. Ed è necessario farlo presto. Alfredo Ricci stavolta, in particolare, prende il toro per le corna. Intervenuto in diretta su Teleregione Molise, il sindaco lascia intendere che gli ultimi dati resi noti da Primo Piano Molise che pongono Venafro ai vertici nazionale dell’inquinamento dell’aria che è ben consapevole che la situazione è critica.
Nonostante le tante azioni messe in campo da Palazzo Cimorelli, quelle che potrebbero essere più incisive per argirare il fenomeno sarebbero di competenza di altri comuni e altre istituzioni.
La vertenza, come sottolineato da Alfredo Ricci va portata a livello nazionale. Insomma, occorre andare a Roma, ma non in gita, come accaduto in passato, denuncia il sindaco con chiaro riferimento ai 5 Stelle e all’ex ministro dell’Ambiente Sergio Costa. Quegli incontri, in effetti, non hanno prodotto risultati.
Il primo cittadino sottolinea come in questa fase siano state coinvolte istituzioni «che prima erano assenti, ma non basta… C’è bisogno di scelte coraggiose e veloci, mentre noi studiamo le persone si ammalano e muoiono e non possiamo permettercelo».
Dunque, occorre «coinvolgere ancora di più la Regione, che sta facendo tanto (come il finanziamento dello studio epidemiologico del Cnr), anche se poi è paradossale che ci troviamo la Regione limitrofa (Lazio, ndr) che autorizza la quarta linea di San Vittore».
Insomma, il solo impegno seppur forte di Palazzo Cimorelli non basta.
«L’Arpa a dicembre annuncia sempre che ci sono sforamenti, ma è uno scaricabarile, la proposta qual è? Noi abbiamo il progetto della bretella, altre soluzioni ma vogliamo capire cosa si intende fare. Fuori dal territorio comunale purtroppo ci sono impianti insalubri: risentiamo di tutti gli effetti ma non possiamo intervenire. Quindi ci vuole un piano superiore». In altre parole, la questione va portata ma stavolta seriamente e con risultati a livello nazionale.
«Con Toma siamo sempre stati in contatto in questi anni, lo abbiamo avuto al fianco spesso, ma bisogna andare ancora più avanti». Ricci lo dice esplicitamente: «Serve portatre la vertenza a livello nazionale. Capire pure che sviluppo sostenibile questo territorio deve avere. Non possiamo avere quattro stabilimenti che danno pure qualche posto di lavoro ma a prezzo di che cosa… E non ci dicano che la colpa è dei camini!».
Un sindaco deciso, che non fa nomi e cognomi ma che indica, seppur tra le righe e neanche troppo, cosa non va.
Sia come sia, specialmente gli ultimi dati dicono chiaramente che occorre «affrontare la questione a 360 gradi. Il Comune non basta, i Comuni della Piana non bastano, non è sufficiente più nemmeno l’impegno della Regione, quindi è necessario un livello superiore. Mi auguro che ci sia un impegno corale, a prescindere dai colori politici…».
Adesso, «dobbiamo cercare soluzioni più che responsabili».
Gli ultimi dati, comunque, hanno (ri)acceso la preoccupazione della comunità. Sui social tanti i commenti alla notizia di Primo Piano Molise.
«Finito il tempo delle chiacchiere… superiamo qualsiasi divisione e compattiamoci per fare azioni forti contro questo genocidio-biocidio che sta subendo il territorio della piana di Venafro… Nessuno ha più scusanti… dai semplici cittadini a tutti gli amministratori… o si reagisce o si è corresponsabili e complici!». Altri ricordano come «ne abbiamo parlato per anni e ci prendevano in giro, questi sono i risultati. Non eravamo noi pazzi visionari, ma loro una massa di incapaci, venduti, collusi».
Altri ancora sottolineano come «nel sordo silenzio delle istituzioni (a tutti i livelli) spetta alla gente difendersi. È dovere di ognuno ribellarsi!». Poi c’è chi evidenzia la necessità di non meglio precisate «azioni di forza altrimenti non cambierà mai nulla…».
Ricordiamo che ‘incrociando’ il rapporto Mal’Aria di Legambiente e il report sulla qualità dell’aria del Molise, risulta che Venafro è tra le peggiori città in Italia in termini di livelli medi annuali di Pm10 e Pm2,5Per le polveri sottili, solo Alessandria ha registrato una media annuale di Pm10 più alta della città diomedea. Venafro, in sostanza, è inquinata allo stesso identico livello di Milano; addirittura di più rispetto a centri come Brescia, Lodi, Mantova, Modena e Torino.
Stessa situazione per il particolato fine. In questo caso, in tutta Italia fanno peggio – sempre in termini di media annuale – solo Cremona e Venezia.
Insomma, una situazione molto delicata che sembra essere finalmente tornata al centro dell’agenda politica, almeno locale, come sottolineato dall’intervento del sindaco a Teleregione Molise.
Ora, inevitabilmente, serviranno i fatti: non solo e non tanto da parte di Venafro bensì di tutto il circondario, della Regione e della delegazione parlamentare (senza distinzioni di colore).

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