«Il problema delle polveri sottili non è purtroppo ancora risolto e i livelli di Pm10 nelle nostre zone sono allarmanti, come da più parti ribadito in questi ultimi tempi. Noi non vogliamo essere indifferenti di fronte a questo scandalo che chiama in causa tutti e, in modo particolare le istituzioni»: a parlare sono i rappresentanti del comitato studentesco del “Giordano” che hanno preso carta e penna chiedendo di poter svolgere un incontro pubblico il prossimo 26 febbraio nella cornice della palazzina Liberty.
«Abbiamo illustrato i contenuti della nostra iniziativa al nostro preside professore Marcellino D’Ambrosa che ha immediatamente accolto la nostra proposta e fatto da tramite con l’Istituto di Fisologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa che ha aderito alla nostra iniziativa assicurando la partecipazione da remoto. Noi vogliamo solo capire come stanno le cose, senza prestare il fianco a strumentalizzazioni di sorta».
E così, dunque, sabato 26 febbraio 2022, a partire dalle ore 10 (per la location, individuata nella palazzina Liberty, si attende solo l’autorizzazione del sindaco di Venafro al quale è stata inviata la richiesta dalla presidenza dell’Istituto “Giordano” ndr) si terrà l’incontro dal titolo: “Cosa sta succedendo? Gli studenti interrogano le Istituzioni”, con l’intervento degli esperti del Cnr di Pisa che stanno completando lo studio epidemiologico di tipo eziologico che vede il Comune di Venafro come coordinatore e attuatore dello studio insieme ai comuni di Conca Casale, Filignano, Montaquila, Monteroduni, Macchia d’Isernia, Pozzilli e Sesto Campano.
Come hanno ricordato i vertici dell’Istituto di Fisiologia clinica del Cnr di Pisa l’accordo raggiunto con i comuni molisani, la regione Molise e l’Asrem, «è finalizzato alla realizzazione di uno studio di coorte residenziale basato sulla ricostruzione del profilo di mortalità e morbosità in associazione con rischi ambientali e ha la durata di due anni».
Come è noto, l’emergenza Covid-19 ha rallentato il cronoprogramma ma, gli addetti ai lavori, assicurano che lo studio sarà reso noto a breve.
Ancora i rappresentanti del Comitato studentesco del “Giordano” su questa importante iniziativa del prossimo 26 febbraio: «Naturalmente, acquisita la partecipazione del Cnr di Pisa, allargheremo la partecipazione alle massime autorità territoriali, a cominciare dal sindaco e dall’assessore all’Ambiente della nostra città, associazioni ambientaliste e personalità che si sono sempre battute per la salvaguardia del nostro territorio. Le vittime dovute a questa problematica stanno lì a ricordarci che è nostro dovere intervenire, dobbiamo esserci e vogliamo esserci, non è possibile più restare fermi a guardare senza fare nulla mentre queste sostanze sospese nell’aria continuano a recare danni alla nostra salute. Come scuola ci stiamo adoperando per combattere la problematica che negli ultimi tempi sta investendo in particolar modo il nostro territorio. Siamo ancora in tempo per poter ribaltare la situazione e permettere un futuro più salutare a tutti. Vogliamo finalmente capire quali sono le cause dei tanti, troppi casi di morte e malattiche che si registrano nella Piana di Venafro. Vogliamo capire chi non fa fino in fondo il proprio dovere per impedire questa drammatica vicenda. Vogliamo capire il perché dei continui superamenti del limite delle polveri sottili. E vorremmo ricordare a tutti che da qualche giorno la tutela dell’ambiente è entrato nella nostra Costituzione e, in particolare, nell’articolo 9 si introduce un terzo comma in base al quale, accanto alla tutela del paesaggio e del patrimonio storico-artistico della nazione, si attribuisce alla Repubblica anche la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi. Ne prendano atto soprattutto i nostri governanti e siano protagonisti di azioni concrete perché, nonostante le denunce, le assemblee pubbliche, le tantissime iniziative portate avanti a ogni livello da associazioni e singoli cittadini, nulla è stato fatto».
Insomma, «ecco noi studenti il 26 febbraio non vogliamo le pacche sulle spalle, ma la nostra speranza è che qualcuno ci faccia capire perché ancora non si riesce ad arginare questo problema dell’inquinamento che sta sporcando un territorio straordinariamente bello, con un patrimonio naturalistico che meriterebbe maggiore attenzione da parte di chi, per ruolo e mansioni, dovrebbe garantire la sua conservazione. Come ci ha ricordato anche di recente Papa Francesco -hanno concluso gli studenti-, il “Creato è il social di Dio”, e chiama ciascuno di noi, a una assunzione di responsabilità piena e non di facciata».

Marco Fusco

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.