Nessun impegno concreto da parte delle istituzioni, ma comunque disponibilità ad agire nei limiti di ciò che la legge consente e aggiornamento su quanto fatto e quanto in itinere. Potrebbe riassumersi così l’assemblea pubblica sull’inquinamento voluta da Città Nuova per l’altra sera nella palazzina Liberty (di cui Primo Piano Molise ha già dato conto sull’edizione di ieri).
Tra i presenti, hanno preso la parola il vicepresidente della giunta regionale Vincenzo Cotugno, sindaco e assessore all’Ambiente di Venafro, primi cittadini di Pozzilli, Sesto Campano e Montaquila. Molte polemiche sugli assenti anche l’indomani dell’assemblea. In particolare sono state notate le sedie vuote del governatore Donato Toma, dell’assessore regionale all’Ambiente, dell’intera delegazione parlamentare molisana e dei 5 Stelle (tuttavia il consigliere regionale Vittorio Nola aveva preannunciato l’assenza a causa di un lutto).
Cotugno si è sottoposto ad un fuoco di fila da parte della platea spiegando che il problema non è di facile soluzione, che molte volte (come nel caso del Registro dei tumori) le decisioni della politica non vengono portate avanti con solerzia dalla struttura regionale e che occorrerebbe intervenire a livelli superiori; intanto andrebbe istituito un tavolo permanente sul caso.
Convitati di pietra gli impianti impattanti presenti sulla Piana (da Pozzilli a Sesto Campano, passando per San Vittore del Lazio). Il sindaco di Montaquila Marciano Ricci ha sostanzialmente dichiarato la propria disponibilità a supportare le istanze potenzialmente risolutive ma ha soprattutto chiesto fatti e non più parole, sempre restando tutti uniti.
Grande ‘coraggio’ hanno dimostrato poi il sindaco di Sesto Campano Eustachio Macari e la sindaca di Pozzilli Stefania Passarelli: entrambi, in sostanza, hanno dichiarato di essere impotenti considerato che non esistono dati univoci che indichino negli impianti presenti sui rispettivi territori la fonte principale del grave inquinamento presente nella Piana. La Passarelli, inoltre, ha rimarcato quanto fatto in merito al depuratore del Nucleo industriale (sequestro e cambio gestione con maggiori controlli), in merito allo stop del progetto biogas ed ha annunciato che chiederà fondi per “deviare” gli scarichi del depuratore consortile dal Rava (dove si creano enormi problemi) al fiume Volturno.
Quindi, una parentesi anche da parte dell’ex sindaco Antonio Sorbo, il quale ha spiegato ancora una volta che la bretella di Ceppagna non è la soluzione ma comunque potrebbe contribuire a ridimensionare il problema e a rendere più vivibile la città.
A tirare un pò le fila è stato il sindaco Alfredo Ricci, il quale ancora una volta ha ripercorso le tappe dal gennaio 2020. Tra le altre cose, ha poi informato la sala che l’Ispra comunicherà i dati della caratterizzazione delle polveri a marzo, il Cnr terminerà lo stuidio epidemiologico a maggio. Ricci ha pure reso noto che a breve arriveranno nella Piana le due centraline per un monitoraggio più approfondito e continuo delle polveri e non solo. Il sindaco ha pure ribadito come dal canto suo l’inquinamento maggiore provenga da fonti emissive presenti in altri comuni. Alfredo Ricci – che ha rivendicato il rifiuto di sponsorizzazioni da parte delle società che gestiscono gli impianti considerati impattanti – ha poi ventilato l’ipotesi di una nuova ordinanza di blocco del traffico quale unica misura in suo potere.
Dell’assemblea verrà ora resa edotta la prefetto Gabriella Faramondi che nei giorni scorsi aveva ricevuto la delegazione di Città Nuova.
Dalla sala la (comprensibile) rabbia è stata tanta, c’è stato addirittura chi ha elencato la scia di morti per leucemia – una decina in appena due anni su cento residenti – registrati a Santa Maria Oliveto, notoriamente non famosa per il traffico veicolare, e chi ha invitato le istituzioni a recarsi in via Pedemontana dove in 100 metri di strada risiede una decina i malati di tumore…
Da parte di alcuni relatori – tra i quali sindaco ed ex di Venafro – è stata poi avanzata l’istanza per la revoca della delibera di giunta regionale che stabiliva la dismissione della centralina Arpa di via Colonia Giulia (attualmente attiva solo grazie all’impegno verbale del governatore Toma).

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