Fumata grigia dal Tribunale amministrativo regionale del Molise sul Piano della qualità dell’aria. I giudici hanno infatti ‘rimandato’ a settembre la Regione, che dovrà quindi sostenere una sorta di esame di riparazione.
Un provvedimento che non è una sentenza ma che “ordina gli adempimenti istruttori descritti in narrativa, e rinvia per le ulteriori determinazioni all’udienza pubblica del 21 settembre 2022”.
Come si ricorderà il processo è stato instaurato su ricorso delle Mamme per la salute e l’ambiente di Venafro e il Wwf Molise. Un ricorso proposto addirittura nel 2019 e che, dopo 3 anni, ancora non vede la parola fine. Eppure si tratta di inquinamento. E salute. Tuttavia, per i giudici amministrativi sono necessari ulteriori approfondimenti prima di potersi esprimere sul Priamo.
Per Mamme e Wwf il Piano regionale intregrato per la qualità dell’aria del Molise è sostanzialmente ‘carta straccia’. Inutile per ciò che prevede soprattutto per l’area di Venafro.
Varie le contestazioni mosse, dalla mancata estensione dell’area di superamento al comune di Sesto Campano, passando per l’omessa valutazione autonoma della Piana di Venafro e per la mancanza di analisi e interventi per l’area di superamento indicata; e ancora: la mancata valutazione del rischio sulla salute, l’inefficacia intrinseca del Priamo, le linee di azione per le aziende soggette ad Aia, cioè non sarebbe stato considerato il carico emissivo degli insediamenti produttivi ivi presenti, l’inutilizzabilità dei dati per il Pm2,5; finendo con l’inadeguatezza della rete regionale di monitoraggio.
Dal canto suo l’Avvocatura dello Stato ha dedotto che le censure «afferirebbero al merito insindacabile dell’azione amministrativa, e che il Priamo, quale atto generale a valenza e finalità programmatorie, avrebbe sostanzialmente operato una complessiva riconsiderazione sia del territorio molisano – suddiviso ora in macroaree – sia della relativa rete di monitoraggio, costituita da una “rete mobile” di rilevamento al fine di assicurare una più ampia raccolta di dati, concernenti un plurimo numero di stazioni».
I giudici hanno poi evidenziato come con le memorie di contenuto più tecnico «non sono stati tuttavia offerti degli specifici riscontri sulle singole censure di carattere specialistico formulate dalle ricorrenti, essendo di contro nondimeno emerso (in particolare) che la necessità del Priamo nascerebbe dal superamento dei valori-limite di inquinanti registrato sul territorio nel corso degli anni, e che tale superamento avrebbe oltretutto causato l’apertura, nei confronti della Regione Molise, di una procedura d’infrazione europea».
Mamme e Wwf prima dell’udienza hanno depositato una replica offrendo le misurazioni rilevate dalla centralina “Venafro 2” di via Campania per gli anni 2019-2020-2021, le quali evidenzierebbero un peggioramento della situazione dei principali inquinanti rilevati nell’area venafrana.
Così, i giudici hanno «ritenuto necessario ai fini decisori disporre l’acquisizione, a cura dell’Amministrazione regionale, di un’analitica relazione diretta a offrire al collegio chiarimenti con specifico riguardo a ciascuna delle contestazioni sollevate» e «anche in riferimento agli esiti delle campagne di monitoraggio della qualità dell’aria condotte dall’Arpa Molise negli anni dal 2019 al 2021)».
Non solo, i giudici hanno pure chiesto sempre alla Regione che vengano fornite informazioni aggiornate in merito allo stato e/o all’esito della procedura di infrazione europea «che la difesa regionale ha riferito essere stata avviata contro la Repubblica italiana per la mancanza di un piano di risanamento dell’aria nella Regione Molise».
La relazione di chiarimenti «dovrà pervenire nel termine di 90 giorni». Dopodiché se ne parlerà nell’udienza del 21 settembre.