Al convegno “Rifiuti, ambiente e Costituzione” che si è tenuto nei giorni scorsi a Venafro, alla presenza del presidente della commissione antimafia Nicola Morra, un ruolo preminente lo hanno giocato le Mamme per la salute.
L’associazione ha voluto dare un contributo al consesso, parlando del territorio e di ciò che vi accade da quasi un ventennio.
«Da 17 anni, la nostra associazione opera nella Piana di Venafro a tutela della salute e dell’ambiente. Per questo coltiviamo il sogno che la salute e l’ambiente possano un giorno essere riconosciuti da tutti come beni comuni imprescindibili e fondamenta nella costruzione di una società migliore. Non è nostra intenzione, oggi, porre domande. Vogliamo, piuttosto, chiedere aiuto», hanno affermato.
Dunque, «chiediamo aiuto per far sì che il Molise torni ad essere la regione verde d’Italia e non più – com’è ora – la pattumiera d’Italia. I dati Ispra del 2021, infatti, mostrano che il Molise importa dalle altre regioni il 76,3% dei rifiuti destinati agli inceneritori ed il 38,7% dei rifiuti destinati alle discariche. Chiediamo aiuto perché sia interrotto questo perverso gioco e la Valle del Volturno non veda sorgere ulteriori impianti insalubri, destinati ad aumentare ancor più il flusso dei rifiuti in entrata. Nonostante la presenza nella Valle di un inceneritore, di un cementifico-inceneritore, di un impianto di depurazione industriale per rifiuti pericolosi e non pericolosi sovradimensionato – cui vanno a sommarsi attività fortemente inquinanti ai confini della Valle stessa, come il vicinissimo inceneritore di San Vittore – si continua a chiedere autorizzazioni per nuovi impianti inquinanti. Tra questi, per esempio, quello del biometano avanzato nel nucleo industriale di Pozzilli, destinato a portare nell’area 70mila tonnellate all’anno di rifiuti umidi di cui circa 50mila da fuori regione. Impianto la cui richiesta di autorizzazione era a conoscenza di diverse autorità, ma solo la scoperta casuale della richiesta da parte della nostra associazione ha fatto sì che l’impianto sia almeno sottoposto a valutazione d’impatto ambientale».
Ancora: «Chiediamo che venga ascoltato il grido di paura delle mamme che trovano la diossina nel proprio latte. Come ha mostrato un’analisi voluta dalla nostra associazione. È terribile! Chiediamo aiuto davanti a notizie come quella che ci è venuta dalla Comunità europea nel 2015, la quale ha rilevato che “in Italia non esistano altri impianti oltre a quello di Pozzilli che, pur essendo obbligati, hanno funzionato per anni senza Autorizzazione integrata ambientale”. Notizie come questa non possono essere più tollerate: i danni arrecati alla salute dei cittadini sono enormi e, in gran parte, irreversibili».
L’intervento delle Mamme ha toccato le corde della sensibilità dell’attenta platea: «Chiediamo aiuto affinché impianti che gravemente impatteranno sul territorio, come l’impianto turbogas di Presenzano, siano fermati. Contro l’autorizzazione a costruire la centrale stiamo dando – da sole, purtroppo – battaglia: non si può autorizzare un simile impianto facendo leva su Valutazioni di impatto ambientali vecchie di oltre un decennio, senza attendere le risultanze di studi in corso da parte del Cnr ed Ispra sul nostro territorio con il ministero dell’Ambiente che autorizza e quello della Salute che attenziona il nostro territorio, confinate con l’impianto Turbogas. Chiediamo aiuto affinché il principio di precauzione primaria non sia solamente una frase priva di valore ma si applichi seriamente per tutela della salute dei cittadini. Si accendano i riflettori su questa piccola realtà, troppo piccola per essere in grado di difendersi da sola».
Insomma, a Morra le Mamme hanno fatto sapere di aver bisogni di «alleati leali, veramente disposti a farsi carico delle vite ormai impossibili dei tanti che abitano questa Valle. Aiutateci!».

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