«Gravi criticità contabili»: con questa motivazione (e non solo questa) la Corte dei conti, sezione regionale di Controllo per il Molise, presieduta dal giudice Lucilla Valente, ha bocciato il piano di riequilibrio finanziario del Comune di Venafro. Una delibera di ben 73 pagine che fotografa la situazione reale dei conti di Palazzo Cimorelli, con una serie di obiezioni per il lungo periodo preso in esame: 2014-2023.
Il piano, infatti, scadrebbe il prossimo anno, come più volte ribadito nel corso dei vari consigli comunali dal vicesindaco con delega al bilancio Marco Valvona.
Il “piano” è quello “lacrime e sangue” predisposto dalla precedente amministrazione comunale guidata dall’ex primo cittadino Antonio Sorbo.
Stando a quanto si legge, la bocciatura della Corte dei conti è netta: «Risulta accertato – scrivono i magistrati contabili di Campobasso – che, nonostante l’intervenuta adozione del piano di riequilibrio finanziario pluriennale, il Comune di Venafro ha registrato un costante peggioramento del disavanzo, il quale, nel 2022 (all’esordio della gestione del penultimo esercizio rilevante), ha raggiunto dimensioni molto superiori a quelle iniziali e incompatibili con il suo assorbimento nel restante periodo di ripiano. Le gravi criticità interessano le principali poste di bilancio (fondo crediti di dubbia esigibilità, contenziosi, residui attivi, gestione di cassa, fondi vincolati, gestione delle entrate e delle spese). I debiti fuori bilancio attualmente censiti – aggiungono i magistrati contabili – sono quattro volte superiori rispetto a quelli indicati nel piano come ancora da finanziare nel 2022, oltre alle somme aggiuntive relative ai contenziosi definiti con pronunce esecutive, sebbene non definitive».
I giudici sottolineano nel deliberato che «il valore monetario complessivo dei debiti fuori bilancio attualmente censiti risulta quantomeno pari a circa euro 550.000,00» a cui vanno addizionate «le somme aggiuntive derivanti dai contenziosi per i quali sono intervenute pronunce esecutive. Pertanto, considerato il permanere degli ingenti squilibri rilevati, in rapporto alle capacità di reperimento di risorse da destinare alla loro teorica copertura entro il limitato orizzonte temporale residuo (meno di due esercizi) del periodo di riequilibrio, il ricorso alla procedura di risanamento, nei termini in cui è stata pianificata dall’ente, non è in grado di realizzare i fini perseguiti e giungere al ripristino degli equilibri strutturali»
Ora al sindaco di Venafro Alfredo Ricci restano due strade: o fare ricorso alla Corte dei conti nazionale o proporre al Consiglio comunale di deliberare il dissesto. In questo ultimo caso si aprirebbero scenari raccapricciati, soprattutto per l’aumento di tutte le imposte di competenza comunale. Lo stato di dissesto comporterebbe inoltre la nomina di una apposita commissione per la valutazione di debiti e crediti
Al di là di come andrà finire, la decisione della Corte dei conti rappresenta un durissimo colpo per l’amministrazione di Palazzo Cimorelli.
Considerate le ambizioni politiche del sindaco Ricci, è evidente che quanto accaduto sarà utilizzato dai suoi “avversari” per screditarne (politicamente, s’intende) l’operato.
Marco Fusco