Il sindaco di Venafro Alfredo Ricci ha incontrato i lavoratori dell’istituto Carsic che sono in stato di agitazione da quasi due mesi per il mancato versamento delle mensilità arretrate. L’ultimo pagamento ricevuto risale agli inizi di giugno, ma al totale mancano due stipendi che dovevano arrivare entro il 12 giugno. Data ancora una volta disattesa dalla società che gestisce la struttura riabilitativa di Venafro, nonostante la Regione abbia disposto la liquidazione di circa 300mila euro.
Si è discusso di questo e di altro ancora nel faccia a faccia tra i lavoratori e il sindaco Alfredo Ricci che ha assicurato tutto il suo impegno a livello istituzionale.
«La vicenda del ritardo nel pagamento degli stipendi ai dipendenti del Carsic – afferma il sindaco Ricci – si ripropone ancora una volta. Che io ricordi, credo che, ahimè ciclicamente, purtroppo accade da almeno 10 anni. È assurdo e intollerabile che periodicamente i dipendenti del Carsic si ritrovino a vivere nell’incertezza e nella difficoltà. Non lo meritano, perché sono lavoratori e, aggiungo, lavoratori che fanno bene il proprio lavoro al servizio di persone particolarmente fragili. Per questo a loro, alle loro rivendicazioni e alle loro speranze va ancora una volta tutta la vicinanza dell’amministrazione, unitamente al ringraziamento più sentito per ciò che fanno ogni giorno e all’assicurazione che nessuno ha mai sottovalutato la loro situazione (e ne hanno avuta prova). Tuttavia, i problemi del Carsic, se come l’azienda sostiene ve ne sono, vanno inquadrati correttamente, e non strumentalmente. Non ho elementi per entrare nel merito delle vicende aziendali che in questi 10 anni hanno comportato spesso il ripresentarsi di ritardi nei pagamenti. Dico, però, che il Carsic è una struttura storica di Venafro, che va assolutamente salvaguardata, sia per il lavoro che dà a tanti (purtroppo sempre meno) venafrani, sia per la cura e l’assistenza che storicamente garantisce a cittadini provenienti da tutta l’Italia meridionale. Nei giorni scorsi, insieme all’amministrazione, ho avuto modo di incontrare una delegazione dei lavoratori che sono in sit-in da alcune settimane; a loro ho illustrato il quadro della situazione, con tutte le iniziative portate avanti negli ultimi due anni».
I lavoratori hanno più volte chiamato in causa il sindaco di Venafro, accusandolo di inerzia. Anche a questo il primo cittadino ha risposto durante il faccia a faccia: «È illusorio, oltre che giuridicamente non condivisibile e non corretto, pensare che il Comune di Venafro possa “mantenere” il Carsic. Negli anni passati sul Carsic vi sono state delle scelte amministrative discutibili da parte dei commissari ad acta alla sanità della Regione Molise, e mi riferisco a un decreto di Frattura del 2016 e a quello conseguente di Giustini del 2019; scelte che hanno modificato il regime autorizzatorio del Carsic e che allo stato il commissario Toma non ha ancora rettificato. Ma è chiaro a tutti che da quelle decisioni sbagliate non possono farsi discendere conseguenze giuridiche errate ed effetti sostanziali anche peggiori. Siamo vicini a quelle famiglie che da ogni luogo dell’Italia meridionale decidono di ricoverare i propri cari presso il Carsic; confermiamo tutta la nostra disponibilità a venire incontro a ogni esigenza che questi amici speciali dovessero avere. Ma è impensabile ipotizzare che il Comune di Venafro, sol perché il Carsic ha sede a Venafro, possa materialmente pagare la retta di ricovero di cittadini provenienti da altri Comuni dell’intero sud d’Italia. È impensabile e giuridicamente non sostenibile».
Quale proposta il sindaco di Venafro ha lasciato ai lavoratori, per poter “salvare” il Carsic e, soprattutto, garantire gli attuali livelli occupazionali? Questa la soluzione prospettata dal primo cittadino: «Per questo ribadisco, come più volte fatto nel corso degli ultimi due anni, che è necessario o cambiare il regime autorizzatorio del Carsic, intervenendo sui posti letto di tipo sanitario, oppure prevedere la presa in carico diretta da parte della Regione, anche con l’intesa delle Regioni di provenienza dei ricoverati, così come avviene anche in altre Regioni in cui hanno sede strutture analoghe. Nel contempo, andrò anche ad approfondire sulla base di quali parametri, documenti e attività vengono definiti i setting assistenziali dei ricoverati, perché alcune situazioni – classificate come sociali e non sanitarie – che vanno ripetendosi mi paiono quanto meno dubbie. Per arrivare ad avere un quadro completo e una soluzione definitiva c’è bisogno ovviamente dell’apporto di tutti; delle istituzioni, a partire dalla Regione, dalla struttura commissariale e dall’Asrem; della proprietà del Carsic e della rappresentanza, sia sindacale sia diretta, dei lavoratori. Rispetto a tutto ciò il Comune di Venafro può provare soltanto a continuare a svolgere il ruolo di chi sollecita la definizione di una vicenda che riguarda un’azienda che ha sede a Venafro, in cui lavorano alcuni venafrani e sono ospitati tanti cittadini fragili provenienti da tutto il sud d’Italia. Lo facciamo da due anni, continueremo a farlo perché crediamo che il Carsic vada sostenuto a ogni livello. Proporremo una ulteriore riunione alla Regione chiedendo che sia questa volta risolutiva. Ovviamente – conclude il sindaco Ricci – mi auguro anche che questa situazione che, come detto, ciclicamente si ripropone, dei ritardi nel pagamento degli stipendi, smetta di essere una cattiva prassi, che avvilisce, mortifica e danneggia i lavoratori e l’immagine del Carsic stesso».