Se la caverà, fermo restando la diagnosi che sarà emessa in giornata da un centro specializzato milanese, dove il 15enne pestato a sangue la notte tra venerdì e sabato verrà sottoposto ad ulteriori esami.
La storia, la brutta storia, arriva da Venafro.
La famiglia di Luca (nome di fantasia) era tornata in uno dei paesi dell’hinterland per qualche giorno di riposo e per staccare dalla routine del capoluogo meneghino.
La mamma di Luca è partita anni fa dal Molise per realizzarsi professionalmente al Nord.
Ha lasciato una regione tranquilla, ha ritrovato un luogo dove agiscono bande criminali.
Quando la donna, rintracciata da un amico, è arrivata per aiutare il figlio, lo ha trovato riverso a terra. Perdeva sangue dalla bocca e dal naso. Almeno sette le persone che lo avevano seguito, circondato, colpito con una bottiglia di vetro in testa e continuato ad infierire anche quando era a terra privo di sensi.
Mentre i sanitari del 118 gli prestavano le prime cure e cercavano di fargli riprendere conoscenza, ha aperto gli occhi e alla mamma ha detto: «Mi hanno lasciato solo». Poi la corsa in ambulanza verso il Veneziale di Isernia, dove gli è stato diagnosticato un trauma cranico e la lussazione dell’omero sinistro. Chi lo ha malmenato gli ha anche rubato la catenina d’oro.
La gravissima aggressione è avvenuta nella notte tra sabato e domenica. A Venafro erano in corso i festeggiamenti in onore della Madonna del Carmelo.
Luca era arrivato in città con i familiari. Poi aveva deciso di trascorrere qualche ora con gli amici.
Il commando, secondo quanto si apprende, lo ha seguito e ha aspettato il momento propizio per agire: in via Nicandro Iosso (foto Google Maps), zona centralissima ma sprovvista di sistema di videosorveglianza (e qui ci sarebbe da aprire un capitolo sullo scandaloso bando finanziato da Ministero e Regione).
Pare ci fosse stato un precedente tra il 15enne e i suoi aggressori nel corso di una partita di calcio disputata nel paesino dell’hinterland dove l’adolescente stava trascorrendo qualche giorno di vacanza. Niente di che. Tra l’altro Luca non era in campo, avrebbe solo rivolto un complimento ad un calciatore (evidentemente avversario degli aggressori). E già in questa circostanza sarebbe stato invitato a tacere con atteggiamento non proprio amichevole.
Giunto a Venafro in occasione della festa, i suoi aggressori lo avrebbero riconosciuto e picchiato selvaggiamente come se chissà quale torto avessero subito (fermo restando che nessun torto giustifica una tale reazione).
I sette ragazzi molto più gradi di lui hanno aspettato che Luca si fermasse a parlare lungo via Nicandro Iosso con due coetanee. Lo hanno accerchiato, colpito con la bottiglia e poi pugni e calci. Il 15enne ha anche provato a difendersi, ma nulla ha potuto da solo contro la furia della banda.
Quando la mamma è arrivata c’erano già i carabinieri e l’ambulanza.
La donna e il figlio, nei giorni successivi, sono stati sentiti a lungo in caserma a Venafro, dove hanno presentato una circostanziata denuncia. Luca, attraverso i social, ha riconosciuto i suoi aggressori e li ha indicati ai carabinieri.
Dall’ospedale di Isernia è uscito con una prognosi di 30 giorni (la denuncia è stata dunque una formalità perché le indagini sarebbero partite d’ufficio).
Una domanda è lecito porla: è normale che in pieno centro, nel corso di una festa, con le vie affollate, nessuno abbia avvertito l’esigenza di intervenire? È normale che nessuno abbia provato a fermare gli aggressori? È normale che un 15enne venuto in vacanza in Molise torni a casa con le ossa rotte e dopo aver rischiato di rimetterci la vita?
Luca sta un po’ meglio in attesa della diagnosi dei suoi medici di fiducia di Milano. È ovviamente traumatizzato e ha difficoltà (non solo fisiche) dovute alle condizioni in cui è stato ridotto.
Agli investigatori, considerate le informazioni fornite, non sarà difficile risalire agli autori del pestaggio.
È sconvolgente dover apprendere che il Molise non è più un’isola felice. E che le tristi notizie di cronaca di cui eravamo abituati perché propinate dai tg nazionali adesso accadono pure nelle nostre strade. Con la complicità delle amministrazioni locali: via Nicandro Iosso, per quanto centrale, è una delle aree più degradate di Venafro. I residenti sono esasperati per i residui (di ogni natura) che trovano al risveglio in particolare dope le notti dei weekend e per gli schiamazzi fino all’alba. Eppure basterebbe intensificare l’illuminazione e installare un paio di telecamere. O, perché no, come sta accadendo ad Isernia, istituire un servizio di vigilanza, affidandolo a professionisti del settore.
Ma a volte, si sa, pure copiare diventa difficile.
ppm

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