«In totale il “buco” che abbiamo trovato ammontava ad oltre 8 milioni di euro. Abbiamo sistemato i conti del Comune senza aumentare le tasse»: l’ex sindaco Antonio Sorbo interviene sul dibattito che si è scatenato sui conti di Palazzo Cimorelli all’indomani dei due pronunciamenti dei giudici contabili. Quelli della sezione regionale della Corte dei conti che lo scorso 29 aprile hanno bocciato il piano decennale di rientro approvato proprio dall’amministrazione del sindaco Sorbo e quelli delle Sezioni riunite della Corte dei Conti di Roma che non solo hanno accolto il ricorso del Comune di Venafro ma anche “omologato” e quindi approvato definitivamente il piano di rientro che si sta per chiudere sotto il mandato dell’attuale sindaco Alfredo Ricci.
L’ex primo cittadino vuole chiarire i giusti termini della questione, dopo aver letto considerazioni superficiali e del tutto destituite di verità. Il tema più “caldo” affrontato da Sorbo quando era sindaco riguardava la Neptun che vantava debiti per 3 milioni e 750mila euro; il Comune si è inoltre salvato da un buco di altri 5 milioni di euro (sempre nei confronti della Neptun) grazie alla perspicacia e indiscussa bravura della mai dimenticata e compianta avvocatessa Luciana Pesaturo, che in Cassazione riuscì a ribaltare i verdetti sfavorevoli all’ente dei due gradi di giudizio precedenti.
Tanti contenziosi azzerati, ricorda ancora Sorbo, «quei debiti fuori bilancio li abbiamo ridotti perché abbiamo fatto degli accordi con i creditori facendo una transazione a saldo e stralcio dando solo una parte dei soldi subito in cambio della rinuncia al resto e in quegli anni abbiamo anche azzerato l’anticipazione di cassa a cui il Comune faceva ricorso con ingenti interessi, senza dimenticare la causa che abbiamo vinto contro il ministero delle Infrastrutture che aveva chiesto la restituzione di circa un milione di euro che la precedente amministrazione aveva perso, abbiamo cancellato così un altro debito. Le fatture non pagate a Molise Acque le abbiamo saldate mano mano. Infine, va ricordato che il Comune per l’anno 2011 non aveva rispettato il patto di stabilità ed era stato dichiarato ente strutturalmente deficitario e che la Corte dei conti aveva nel 2014 segnalato la situazione di dissesto per lo stato dei conti e dei bilanci del Comune, chiedendo all’amministrazione di adottare i provvedimenti conseguenti entro 60 giorni».
Sorbo ricorda che la sua amministrazione «aveva tre strade: dichiarare già allora il dissesto (con gravi danni alla comunità perché si sarebbero bloccati gli investimenti, l’implementazione dei servizi, le opere pubbliche ecc.) oppure ricorrere ad una delle due procedure previste dall’articolo 243 del Tuel relative alla possibilità di ripianare il disavanzo con un piano decennale. La prima prevede che i costi sarebbero stati anticipati dallo Stato attingendo dal fondo nazionale di rotazione ma questo avrebbe bloccato il Comune che sarebbe stato di fatto commissariato in quanto le decisioni, anche per le spese più minute, sarebbero passate per la decisione dei funzionari ministeriali, oppure fare quello che abbiamo fatto noi, cioè la procedura del 243 bis, vale a dire il Comune si impegna a pagare le quote del piano decennale con soldi propri mantenendo la totale autonomia nella gestione amministrativa con soltanto dei limiti relativi all’assunzione di personale sia interno che esterno. Per questa seconda ipotesi – ancora l’ex sindaco – sarebbe stata necessaria una gestione oculata dei fondi con sacrifici per tutti. La seconda opzione, che chiamava ad una maggiore responsabilità gli amministratori, aveva le stesse ricadute sui cittadini della prima, quindi non cambiava nulla tranne il fatto che, con il 243 bis, il Comune manteneva totalmente la sua autonomia in fatto di investimenti, progetti, opere pubbliche ecc. Con la procedura del 243 bis abbiamo assunto l’impegno ad amministrare i soldi con oculatezza e abbiamo potuto garantire gli investimenti per esempio per la messa in funzione della nuova rete idrica, ormai in servizio quasi dappertutto, la realizzazione delle varie opere pubbliche (dalla Liberty a Piazza De Utris ecc.), per l’ammodernamento e la sistemazione della pubblica illuminazione (progetto i cui risultati, seppure con ritardo, si stanno vedendo), l’implementazione dei servizi come ad esempio la raccolta differenziata ecc. Cosa che nelle altre due ipotesi, soprattutto la prima (dissesto), sarebbe stata impossibile».
Ecco cosa è stato fatto con il piano decennale di rientro: l’ex sindaco Antonio Sorbo se dovesse ritornare indietro sceglierebbe sempre la stessa strada. Contro anche i pareri di chi allora avanzava dubbi pure nella sua squadra di governo. Marco Fusco

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