«Si sentivano spari improvvisi, ma non è una sorpresa. Qui ci sono residuali bellici della seconda guerra mondiale. Abbiamo avuto paura. Siamo rientrati in tutta fretta chiamati dai nostri genitori». È la drammatica testimonianza di una famiglia costretta a rientrare dalla località di vacanza perché avvertita dai vicini di casa delle fiamme che cominciavano a farsi minacciose a pochi metri dalle villette a schiera lungo l’imbocco della strada provinciale Venafro-Conca Casale.
Si tratta di Monte Santa Croce che dal primo pomeriggio di ieri, precisamente verso le 14, è stato divorato dalle fiamme. Con ogni probabilità si è trattato di piromani che hanno appiccato roghi in più punti con le fiamme favorite dal vento forte. Le fiamme, spinte dal vento, hanno raggiunto più di un chilometro di estensione. Preoccupazione tra gli abitanti della zona. Non è la prima volta che in questi giorni si verificano incendi intorno all’area. La storia, anche recente, insegna che su questa zona non sono mai mancate, purtroppo, azioni di piromani.
Tra sabato e domenica scorsi, come è noto, anche le vicine montagne di Pozzilli e Monteroduni sono state interessate da roghi di natura dolosa. In azione squadre da terra e un canadair che ha prelevato acqua dal lago di Villetta Barrea per spegnere i roghi che avevano preso piede rendendo particolarmente complicato l’intervento dei Vigili del Fuoco da terra. Ad alto rischio alcune abitazioni alle pendici del monte Santa Croce. In un primo momento si era pensato a una evacuazione dei residenti. Ma poi questa emergenza è rientrata. Il fuoco ha interessato un’area impervia. In fumo centinaia e centinaia di alberi d’olivo, secondo le prime stime dei danni.
Il sindaco di Venafro Alfredo Ricci, nonostante fosse impegnato a presiedere il consiglio provinciale a Isernia, si è tenuto in stretto contatto con i vertici delle forze dell’ordine intervenuti sul posto. Lo stesso primo cittadino aveva già lanciato l’allarme alla Regione e ai Vigili del Fuoco di Isernia. Alle squadre di terra hanno dato supporto, dall’alto, 2 elicotteri, 1 della Protezione civile del Molise, e 1 canadair giunto da Ciampino. Come detto, si sono sentite diverse esplosioni, come hanno dichiarato alcuni residenti delle ville lambite dalle fiamme e tutto questo ha reso ancora più complicato l’opera di spegnimento da parte dei Vigili del Fuoco. Sul posto anche uomini della Forestale per evitare il peggio.
In zona è risaputo che Monte Santa Croce “nasconde” ancora ordigni bellici risalenti alla seconda guerra mondiale. Diversi gli ettari distrutti dalle fiamme, che man mano si sono alzate allontanandosi dalle abitazioni. La scena che ora si presenta ai venafrani è veramente spettrale: il monte, che sovrasta l’abitato di Venafro, sembra un enorme polmone incenerito. Una macchia vistosa che ha, di fatto, cancellato oliveti e altre piante di grosso busto. Cresce la rabbia tra i cittadini: «Chi fa queste cose si deve solo vergognare. In pochi giorni due incendi tra Venafro e Pozzilli, in due zone differenti e in un orario che complica le operazioni di spegnimento. Speriamo che si riesca ad arrivare ai colpevoli di questi scempi e che gli autori paghino a caro prezzo la loro azione criminale».
Il fuoco comunque non ha dato tregua, con focolai che ritornavano senza soluzione di continuità. Continuo il gettito di acqua del canadair, in azione fino alla tarda serata di ieri. Per tutta la notte i residenti della zona sono stati in allerta perché il fuoco sembrava indomabile.
Ora non resta che fare la conta dei danni. Fino alla tarda serata di ieri ancora si scorgevano focolai in diversi punti. In via precauzionale è stata creata una barriera di sicurezza intorno alle abitazioni a pochi metri dalla montagna che prendeva fuoco.
E ora tra i venafrani aumenta la paura: si teme una sorta di escalation di questi episodi dolosi, come è già successo in passato.
Marco Fusco