All’indomani dell’adozione in giunta regionale delle modifiche al Piano per la qualità dell’aria, modifiche che riguardano in prevalenza il Venafrano, l’eurodeputato Aldo Patriciello interviene sul tema per dare atto al presidente Francesco Roberti di aver preso a cuore il tema dell’inquinamento della Piana.
Con i fondi stanziati nell’ambito del patto di sviluppo e coesione stipulato con la premier Meloni, saranno realizzati 20 chilometri di piste ciclabili a Venafro, Pozzilli, Sesto Campano e Montaquila e saranno piantumati 100mila nuovi alberi. «Misure concrete – afferma Patriciello – che non risolvono definitivamente il problema ma rappresentano un segnale incoraggiante».
Onorevole Patriciello, passano gli anni, cambiano i governi ma l’inquinamento della Piana di Venafro è sempre all’ordine del giorno.
«Un male e un bene allo stesso tempo. Male perché significa che il problema non è ancora risolto, nonostante l’interessamento delle istituzioni politiche, delle forze dell’ordine e della stessa Procura della Repubblica che, è bene ribadirlo, ha svolto un lavoro eccellente nel segnalare e portare alla luce molte zone d’ombra. Allo stesso tempo il fatto che l’inquinamento della piana sia all’ordine del giorno è segno che il tema è ritenuto importante e che, quindi, è necessario mantenere alto il livello di guardia e soprattutto dei controlli».
Nel frattempo, però, il problema rimane e gli appelli, le iniziative, le mobilitazioni a sostegno di un risanamento ambientale della piana di Venafro si moltiplicano.
«Credo che il grido di allarme di tutti quelli che sono preoccupati sia un grido di allarme condivisibile. Sono nato qui e vivo qui da sempre con tutta la mia famiglia. Solo un cieco o un irresponsabile può far finta di niente o, peggio ancora, negare l’esistenza del problema. Ma c’è bisogno dell’aiuto di tutti, nessuno escluso, se vogliamo davvero risolvere le cose. Alle parole ho sempre preferito i fatti».
Che fare, quindi?
«Beh, va dato atto al governatore Roberti di aver posto immediatamente al centro non solo del dibattito ma dell’azione politica l’emergenza ambientale della Piana di Venafro. Può sembrare scontato, ovvio, ma vi assicuro che non è così».
Si riferisce alla stretta sui controlli degli sforamenti delle aziende? Può bastare, a suo avviso?
«Certamente un controllo serio e stringente sulle emissioni delle aziende del territorio è utile e, oserei dire, sacrosanto. Ma quello che è da sottolineare maggiormente, secondo me, è lo stanziamento dei 6 milioni di euro che il governo regionale ha previsto nell’ambito del contratto di sviluppo e coesione firmato pochi giorni fa a Campobasso alla presenza del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Parliamo di opere concrete, finalmente, che certamente da sole non risolveranno il problema ma che sono un punto di partenza fondamentale per affrontare con serietà i problemi ambientali del territorio».
Soldi che serviranno a cosa, in concreto?
«Al raggiungimento di due obiettivi fondamentali. Il primo è quello di far crescere a lungo termine la cultura dell’utilizzo della bicicletta, così come avviene in tutta Europa, dove le zone pianeggianti lo consentono. In questi finanziamenti è prevista la costruzione di circa 20 chilometri di piste ciclabili nei comuni di Venafro, Pozzilli, Sesto Campano e Montaquila. Una piana senza piste ciclabili è un territorio che non sfrutta pienamente la propria vocazione ambientalista».
Il secondo obiettivo?
«Credo sia quello più green in assoluto: piantare 100mila alberi per riqualificare l’aria della Piana. Piantumare alberi per ridurre l’inquinamento e mitigare gli effetti nocivi delle emissioni è una pratica adottata da Regioni, Comuni e associazioni ambientaliste. È da apprezzare che la Regione abbia imboccato questa strada».
Qualcuno potrebbe obiettare che non basteranno 100mila alberi e le piste ciclabili a risolvere completamente l’emergenza ambientale.
«Per carità, non ho detto questo. Ma il non fare niente nemmeno risolve il problema. Come ho già detto c’è bisogno dell’aiuto di tutti e dell’impegno di chiunque abbia a cuore questo territorio. Su un punto, credo, siamo tutti d’accordo: c’è bisogno di vigilare affinché non si realizzino ulteriori impianti di inquinamento. Da questo punto di vista credo che la Piana abbia già dato a sufficienza».
Quindi la vedremo presto in bicicletta?
«E perché no! Farei due cose buone: eviterei di prendere la macchina e quindi di inquinare e magari ne approfitto per togliere qualche chilo di troppo».
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