Prestigioso riconoscimento per la giovane studiosa venafrana Francesca De Luca. Il 7 novembre scorso ha ricevuto dall’Accademia dei Lincei, nel corso della cerimonia di premiazione che si è tenuta nella sede della importante istituzione culturale a Palazzo Corsini a Roma, il Premio “Ugo Procacci 2024”. Ha ricevuto l’ambito riconoscimento dalle mani del presidente dell’Accademia, il professore emerito della “Sapienza” di Roma Roberto Antonelli, e del vicepresidente Carlo Doglioni, docente anch’egli presso l’ateneo romano. Si tratta di uno dei più importanti riconoscimenti a livello nazionale e internazionale che viene assegnato ai giovani studiosi di storia, di storia dell’arte e di restauro. La partecipazione è aperta a ricercatori italiani e stranieri ed è riservato a tesi già discusse, magistrali o di dottorato, elaborate in base ad un’ampia documentazione archivistica, aventi per oggetto argomenti di storia – o di storia dell’arte – del Medioevo e del Rinascimento, o argomenti di storia del restauro. Il premio è assegnato con la finalità di contribuire al perfezionamento delle ricerche. Per la giovane studiosa venafrana un traguardo importante ed ancora più significativo considerato che il premio è intitolato ad Ugo Procacci, allievo ed amico di Gaetano Salvemini, scomparso nel 1991, considerato uno dei massimi storici dell’arte in Italia, specialista di pittura medievale e teoria del restauro, tra l’altro fondatore nel 1932 del nuovo Gabinetto Restauri della soprintendenza di Firenze attraverso il quale si è affermata una nuova idea del restauro rifondandolo su basi scientifiche. De Luca ha partecipato e vinto il premio, superando la concorrenza di numerosi ricercatori italiani e stranieri, con il lavoro “Sollecite provvidenze. Tutela, conservazione e restauro dei dipinti napoletani di pertinenza ecclesiastica nell’Ottocento preunitario”. Come si legge nella motivazione del premio, la giuria, composta da personalità di primo piano del mondo accademico e culturale italiano, ha ritenuto di attribuire il riconoscimento a quest’opera «per il rigore dell’impostazione, a partire dalla lucidità con la quale è circoscritto il tema, tanto in termini cronologici quanto in termini di oggetto della ricerca che si evidenzia anche nella completezza della bibliografia di riferimento, attentamente sondata e nell’apparato documentario a corredo; poi per la ricchezza dello scavo archivistico, che ha sondato fondi non ancora battuti su questo specifico tema, consentendo non solo di recuperare figure che ora si possono documentare come molto significative – è il caso di Stanislao D’Aloe – ma anche di definire di riflesso intenti, metodi e processi operativi nella pratica concreta del restauro». Il lavoro di Francesca De Luca è stato considerato anche «una utile base di dati per affrontare il futuro conservativo di tali dipinti». La tesi sarà pubblicata il prossimo anno e potrebbe essere aggiornata con gli esiti delle ricerche che la dott.ssa De Luca sta continuando a portare avanti. La giovane ricercatrice venafrana si è laureata in Scienze dei Beni Culturali nel 2014 presso l’università “Tor Vergata” di Roma e in Archeologia e Storia dell’Arte nel 2019 all’Università “Federico II” di Napoli. Nella stessa università partenopea il 31 ottobre 2023 ha conseguito con la massima valutazione il titolo di Dottore di ricerca in Scienze storiche, archeologiche e storico-artistiche, specializzandosi in critica artistica e del restauro con la tesi con la quale ha partecipato al premio “Procacci”. Attualmente insegna Storia dell’arte presso l’Istituto Paritario “San Pietro Celestino” di Isernia. A Venafro è impegnata nell’associazionismo e nel mondo del volontariato.

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