La Procura della Repubblica di Isernia ha chiesto e ottenuto il sequestro cautelativo dell’impianto che produce conglomerati gestito dalla Impredil di Venafro (ex Patriciello). Secondo le indagini svolte dal Corpo Forestale e coordinate dal pm Federico Scioli, la società non era in possesso delle prescritte autorizzazioni.
Il sequestro, da quanto si apprende, è stato eseguito ieri (lunedì 27 gennaio) su disposizione del gip del tribunale di Isernia, in seguito ad un’accurata indagine scaturita dall’attività di controllo e da diverse segnalazioni di cittadini che lamentavano l’emissione di fumi acri e maleodoranti.
La svolta è arrivata dopo l’acquisizione e la verifica della documentazione agli atti della Regione – Settore Ambiente – e della Provincia di Isernia, dalla quale sono emerse una serie di irregolarità riguardo al possesso delle specifiche autorizzazioni prescritte per le emissioni in atmosfera. La Imprendil, in particolare, gestiva l’impianto per la produzione di conglomerato bituminoso in assenza dell’autorizzazione all’emissione in atmosfera, poiché quelle rilasciate negli anni ‘92 e ‘94, ovvero un ventennio fa, risultavano scadute.
Non è tuttavia da escludere che l’Impredil abbia commesso ulteriori irregolarità. Si apprende, infatti, che le indagini sono ancora in corso.
Della società che gestisce attualmente l’impianto pare possedere quote pure il dottor professor Domenico D’Agostino, già insegnante e noto commercialista di Venafro. Fino a qualche anno fa la struttura di località Integlia, laddove è scattato il sequestro, era di proprietà della famiglia dell’eurodeputato Aldo Patriciello (la palazzina dell’impianto reca ancora molteplici tabelle con i nomi delle società “Patriciello”).
La composizione societaria della Impredil non è nota, dunque, non è dato sapere se i Patriciello sono direttamente o indirettamente legati alla società. È noto, invece, che il dottor D’Agostino, che ha ricoperto anche ruoli importanti al Comune di Venafro, come quello di assessore plenipotenziario, è sempre stato molto vicino al gruppo imprenditoriale venafrano e grande sostenitore politico dell’eurodeputato.

Ma la Impredil precisa: “Nulla da nascondere circa le autorizzazioni amministrative di carattere ambientale”.
“Con riferimento agli articoli di stampa apparsi sulla stampa locale – si legge in una nota a firma della Impredil – circa le presunte inadempienze amministrative della Impredil s.r.l. si fa rilevare che la predetta impresa usufruisce ed ha sempre usufruito di tutte – nessuna esclusa – le autorizzazioni amministrative necessarie per lo svolgimento della propria attività.
Si rileva ancora che l’impianto per la produzione di conglomerato bituminoso ha un ciclo produttivo tale da non generare alcun rischio ambientale in quanto l’attività consiste esclusivamente nel riscaldare inerti (sabbia e pietrisco) e miscelarli con bitume liquido a temperatura 150 gradi.
Conseguentemente tale miscela trasportata con autocarri viene messa in opera sulle strade. Gli impianti di conglomerato sono installati sull’intero territorio nazionale anche in centri urbani, proprio per la naturale specificità di assenza di rischi di natura ambientale.
La tematica ambientale infatti, resta, anche per la nostra Azienda, argomento prioritario da salvaguardare ad ogni costo. La storia della nostra Azienda, infatti, è stata nel tempo sempre rigorosamente improntata al pieno rispetto dell’ambiente”.

È evidente che la Procura di Isernia non la pensa allo stesso modo.

 

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