La Corte dei Conti ha reso pubblica la deliberazione numero 97 del 2014 attraverso la quale si certificano da un lato le “gravi irregolarità” riscontrate nel rendiconto 2011 (amministrazione di Nicandro Cotugno) e dall’altro il fallimento della missione (che ad onor del vero appariva ‘impossibile’) di sindaco, assessore delegato e responsabile delle Finanze comunali proprio presso i magistrati contabili ad inizio maggio.

Trema, dunque, Palazzo Cimorelli. Riportiamo, in sintesi, i principali rilievi mossi al Comune di Venafro: “La Sezione rileva che sono state rinvenute gravi irregolarità e comportamenti difformi dalla sana gestione finanziaria che interessano distinte aree gestionali. In particolare viene segnalato: la perdurante mancata adozione delle misure correttive di cui alla pronuncia numero 133/2011/Prsp inerente il bilancio preventivo 2011. Al riguardo la Sezione richiama le conseguenze ultime previste ora nel caso di specie dal novello articolo 148-bis del Tuel (preclusa attuazione dei programmi di spesa per i quali è stata accertata la mancata copertura o l’insussistenza della relativa sostenibilità finanziaria), atteso che, tra l’altro, non risulta che il Comune abbia superato le criticità evidenziate già con la deliberazione numero 45/2010 (su conto di bilancio 2009) in merito all’esposizione debitoria nei confronti della società Molise Acque. Tale situazione finanziaria è aggravata dalle ulteriori passività potenziali costituite dai debiti fuori bilancio anni 2013 e 2014 in attesa di riconoscimento. Alla luce delle suesposte criticità la Sezione ritiene sussistenti le condizioni previste dall’articolo 191 comma 5 del Tuel salvo che l’ente non provveda nel termine di 60 giorni dalla comunicazione della deliberazione della Sezione ai sensi dell’articolo 148-bis del Tuel al riconoscimento del debito, al conseguente impegno delle risorse necessarie e applicazione del disavanzo ex articolo 193 comma 3 Tuel”.
E ancora: “Il costante e reiterato utilizzo di anticipazioni di tesoreria, peraltro non estinte a fine esercizio, che è indice sintomatico di un grave squilibrio strutturale essendosi, in fatto, trasformato in una forma di debito di medio termine, da valutare alla luce dell’articolo 119 della Costituzione in ordine alla sua corretta destinazione; l’utilizzo di fondi vincolati per spese di parte corrente; la differenza tra i residui passivi del titolo II (maggiori) e residui attivi dei Titoli IV e V (minori), che evidenzia l’utilizzo per cassa delle entrate in conto capitale per far fronte alle spese correnti senza che sia stato ricostituito l’ammontare dei fondi utilizzati; un risultato negativo della gestione di competenza; la strutturale deficitarietà dell’ente avendo superato cinque dei parametri di cui al Dm 24 settembre 2009; il mancato rispetto del patto di stabilità per l’anno 2011; lo sforamento (riferito sia al 2010 sia al 2011) del limite di spesa lorda del personale di cui all’articolo 1 comma 557, legge numero 296/2006; una perdita d’esercizio del Consorzio per lo Sviluppo Industriale Isernia-Venafro partecipato per il 15,46%; la mancata costituzione del fondo per la contrattazione integrativa 2011; il mancato aggiornamento di inventario; un risultato economico, depurato della parte straordinaria (area E), negativo”.

(Tutti i particolari su Primo Piano Molise in edicola domani)

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.