Il senatore Roberto Della Seta (Pd), ex presidente nazionale di Legambiente, venne addirittura a Venafro per discutere del tema inquinamento. Qualche settimana prima aveva depositato in Commissione Ambiente al Senato una precisa interrogazione rivolta ai ministri dell’Ambiente e della Salute per conoscere “quali controlli intendano urgentemente effettuare nell’area di Venafro sull’aria, l’acqua, i terreni, le discariche, i prodotti alimentari e se siano state accertate presenze di sostanze nocive, inquinanti o pericolose per cittadini che possono mettere a rischio la popolazione o causare l’incremento di talune patologie”. E ancora: “Quali interventi intendano immediatamente assumere, al fine di varare un piano straordinario di accertamento sanitario e di bonifica ambientale, allo scopo di verificare le emissioni in atmosfera, la gestione del ciclo dei rifiuti, lo sversamento dei reflui dei corsi d’acqua e sui terreni agricoli, la qualità dell’aria e la sicurezza dei prodotti alimentari destinati al consumo umano”. Era il 20 luglio 2011. Quasi quattro anni in cui il quesito di Della Seta ha preso talmente tanta polvere che forse l’attuale governo non riesce più a vederlo, per questo nessuno risponde ai seri interrogativi dell’allora parlamentare.
Al Senato il documento risulta “in corso”, dunque non “concluso” come altri atti. Si presume che qualcuno debba ancora rispondere… Nel frattempo sono passati praticamente quattro anni e la situazione, se possibile, è peggiorata con i continui sforamenti di polveri sottili. Allora, l’inquinamento significava più che altro diossina. Della Seta, infatti, sottolineò come “da tempo l’associazione Mamme per la salute e per l’ambiente, insieme ad associazioni, amministratori locali e cittadini, denuncia i rischi di inquinamento ambientale connessi con la presenza di impianti industriali, centrali e inceneritori nell’area venafrana, anche a causa dell’aumento di patologie gravi, spesso mortali, legate probabilmente a fenomeni di inquinamento”, rimarcando altresì come “nelle ultime settimane giornali e telegiornali regionali molisani hanno dato ampio risalto alla notizia della possibile presenza di diossina sul territorio del venafrano”.
Il tema era così sentito che, sfruttando l’occasione delle Primarie del centrosinistra nel 2011, (tra gli altri) l’allora candidato regionale Michele Petraroia, il consigliere comunale di minoranza e provinciale Antonio Sorbo, il consigliere provinciale Marcello Cuzzone e il coordinatore dei comitati provinciali per le Primarie, Lorenzo Coia, organizzarono un incontro presso il Municipio di Venafro al quale prese parte proprio il senatore Roberto Della Seta nonché le Mamme per la salute. Praticamente da allora non si è saputo più nulla della diossina. Ma oggi l’emergenza non è più tale poiché l’elevato livello di inquinamento in città – che ha il primato in Molise ed è, secondo il dossier Legambiente “Mal’aria 2015”, pressoché alla pari con Roma e Napoli – è diventato la ‘normalità’. Con buona pace delle tante persone che sono costrette a respirare l’aria venafrana e a mangiare i cibi della terra venafrana e che, loro malgrado, si ammalano.
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