“La presidente Stefania Di Clemente ha contravvenuto al principio di imparzialità che il ruolo richiederebbe. Del resto è stata lei stessa ad ammetterlo, per iscritto ed ufficialmente, all’atto di presentazione della nota attraverso la quale ha rimesso gli incarichi attribuiti dal sindaco alla sua persona subito dopo l’insediamento dell’amministrazione comunale”. Una richiesta, indiretta ma non troppo, di dimissioni che arriva dalla minoranza di “Venafro che vorrei” all’indirizzo della più alta carica del Consiglio comunale. La presidente dell’assise civica, dunque, non sarebbe imparziale ed, addirittura, “non garantisce la libera espressione di opinione in aula e, dunque, con i suoi comportamenti e le sue azioni limita fortemente la democrazia”. Parole di fuoco quelle di Alfonso Cantone. Il capogruppo di minoranza, dopo vari diverbi e battibecchi durante le sedute consiliari, ha fatto sapere che la misura è colma. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è “l’ennesima scorrettezza istituzionale perpetrata dalla presidente che dovrebbe essere un garante per maggioranza e minoranza e che, invece, sembra sempre più garante l’indirizzo politico-amministrativo della maggioranza”. Cantone quindi precisa di non avere nulla contro la persona. Ma “dal punto di vista amministrativo è mio dovere quanto accaduto ieri (l’altroieri, ndr). Di fatto, la presidente del Consiglio ha deliberatamente cancellato dall’ordine del giorno del prossimo Consiglio comunale le interrogazioni annunciate e presentate dalla minoranza adducendo motivazioni a dir poco arbitrarie”.
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