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Crisi risolta al Comune di Venafro. La dichiarazione di pace del gruppo del vicesindaco Alfredo Ricci ha, però, trovato la contrarietà del gruppo misto, tra l’altro accusato dai ricciani di voler seminare zizzania in maggioranza.

Anna Ferreri e Adriano Iannacone hanno lanciato parole di fuoco contro Ricci, Angelamaria Tommasone, Marco Valvona e Jessica Iannacone, ritenuti quattro “irresponsabili”. Sono “perplessi” la Ferreri e Iannacone, che non hanno mandato giù le dichiarazioni dei ricciani che miravano a esplicitare le motivazioni della diserzione di massa al Consiglio comunale dello scorso 15 aprile.
Il gruppo misto, dunque, non le manda a dire agli esponenti di centrodestra, la cui mancata partecipazione alla seduta rileva una condotta irresponsabile nei confronti della cittadinanza tutta”. La Ferreri e Iannacone, quindi, intervengono anche “solo per ricordare ai ‘quattro’, così come da noi rimarcato con un intervento in Consiglio comunale, all’ordine del giorno vi era anche la nomina del revisore dei conti dell’ente, nomina che si sarebbe dovuta fare – perentoriamente – entro il mese di dicembre 2014. Ebbene, con un bilancio dell’ente a dir poco ‘precario’, con un Piano decennale presentato al Ministero che ha segnalo ben 17 criticità e che sicuramente sarà bocciato mandando il comune in pieno dissesto, l’amministrazione, cosiddetta di maggioranza, si è permessa il lusso di astenersi dal votare la fondamentale delibera di nomina del revisore dei conti – organo di vitale importanza e garanzia per l’ente – e che solo grazie al nostro responsabile intervento si è potuto nominare a prescindere dalle posizioni politiche e personali (dichiaratamente di opposizione per noi) chiaramente in contrasto all’interno della stessa maggioranza. Con ciò a voler dimostrare la superficialità con cui si governa la città nel momento in cui non sono di proprio gradimento le decisioni da prendere”. Così, “probabilmente lo scarno comunicato, misero di ogni contenuto politico, proveniente da una parte della maggioranza è teso solo a screditare gli altri tentando di nascondere i veri problemi cha hanno portato alla crisi. Siamo allibiti, inoltre, nel leggere che per un confronto e/o tagliando dell’amministrazione si debbano fare tali azioni di forza contro lo stesso sindaco con il quale governano la città. Non vogliamo immaginare cosa accadrà per le decisioni importanti, che tardano ad arrivare, come la fondamentale approvazione del nuovo Prg pronto da tempo e già lautamente pagato ai tecnici esterni. Ma probabilmente è troppo scomodo dare uno strumento urbanistico unitario a tutti i cittadini di Venafro indistintamente, meglio procedere con piccole e mirate varianti al piano regolatore”.
Anna Ferreri e Adriano Iannacone, quindi, si mostrano “esterrefatti” dalla “sottomissione del sindaco a tali azioni di forza tanto da chiamare rapidamente e chiedendo scusa ai quattro dissidenti assenti in consiglio cosi come ribadito dagli stessi nel comunicato ufficiale: ‘Questo confronto non è arrivato prima per cui per provocarlo si è reso necessario anche compiere il gesto politicamente forte…Vista la rapidità con cui siamo stati poi contattati dal sindaco… possiamo dire che abbiamo fatto bene’. Tale è la sottomissione del sindaco Sorbo pur di continuare ad indossare la fascia tricolore! Adesso aspettiamo la successiva azione di forza che stimolerà nuovamente il sindaco di Venafro chinato al volere del nuovo centrodestra di Michele Iorio. Da parte nostra si spera solo che il cambio in giunta del buon Ottaviano – bocciato nel suo operato dal sindaco Sorbo – con l’esperto in cantabilità Carlo Potena apra un periodo di legittimità amministrativa, trasparente e partecipata, volta a fare chiarezza; auspicandoci che il nuovo assessore mantenga (si spera) la schiena dritta all’interno del caos assoluto che regna nella maggioranza. Cogliamo l’occasione per invitare il neoassessore Carlo Potena a dare il primo segnale di cambiamento rinunciando all’indennità e devolvendola alle associazioni culturali e/o sportive che sono state, e sono, costantemente penalizzate e sfruttate dall’amministrazione Sorbo”. Quindi, il consiglio “al sindaco e al delegato alla ‘munnezza’ (perché tale è ora il servizio e non raccolta differenziata), di verificare le problematiche che la raccolta differenziata sta creando sia ai residenti del centro storico che ai commercianti di Venafro, ascoltando le esigenze dei cittadini invece di perdere tempo in inutili polemiche interne”.

Le motivazioni dell’apertura della crisi spiegate dal gruppo del vicesindaco Alfredo Ricci. Avevano invece atteso una settimana, con la volontà di parlare solo a bocce ferme,  il vicesindaco Alfredo Ricci, gli assessori Angelamaria Tommasone e Marco Valvona e la consigliera Jessica Iannacone. Prima, hanno preferito confrontarsi con il sindaco, ieri sono quindi usciti allo scoperto. Dichiarando, nei fatti, chiusa la crisi che si era aperta ufficialmente lo scorso 15 aprile, con “la decisione di non prendere parte al Consiglio comunale”. I quattro, dunque, hanno preferito “evitare inutili strumentalizzazioni”.
Ieri, pertanto, a “chiarimento avvenuto”, hanno ritenuto “necessario spiegare quello che è accaduto e come intendiamo proseguire il percorso amministrativo iniziato due anni fa con la vittoria, dirompente e da molti inattesa, della lista ‘Venafro cambia Venafro’. In premessa – scrivono Ricci, Tommasone, Valvona e Iannacone – è bene sottolineare a chiare lettere che questo gruppo, che due anni fa è stato determinante per la formazione ed il successo della lista, non ha mai messo in discussione la continuazione del progetto amministrativo che ne è scaturito. Tuttavia, come accade in ogni squadra, dopo due anni è necessario parlarsi, confrontarsi, analizzare le cose che vanno e quelle che devono essere rettificate: un tagliando per continuare a lavorare nell’interesse dei cittadini”. E secondo il gruppo di centrodestra in Comune, “ciò è ancora più vero quando, come nel caso dell’attuale amministrazione, a distanza di due anni l’assetto della squadra è radicalmente mutato: ripetute modifiche alla composizione della giunta, elezione del presidente dell’Ambito sociale (carica che è andata a Sorbo ma che, nei piani, sarebbe spettata a Jessica Iannacone, ndr), riconduzione di numerose deleghe nelle mani del sindaco, solo per citare i casi più eclatanti. Si tratta di passaggi politici fondamentali nella vita di qualunque amministrazione che, proprio perché politici (a prescindere dalle appartenenze, che non ci risulta abbiano mai pesato nella vita dell’amministrazione), dovrebbero essere discussi e condivisi con l’intera maggioranza quanto a criteri, tempi e obiettivi. Purtroppo in questi due anni, e negli ultimi mesi in modo particolare, non sempre questi momenti politici fondamentali sono stati condivisi come sarebbe stato auspicabile fare”.
Insomma, una crisi da ‘ordinaria amministrazione’. Alcune decisioni, però, hanno creato all’interno della maggioranza dei distinguo “delle incomprensioni, degli equivoci, talora purtroppo anche di tipo personale, che questo gruppo ha più volte tentato di affrontare e risolvere con il sindaco nel rispetto degli impegni assunti. In questo senso, la scelta di non prendere parte al Consiglio del 15 aprile ha avuto proprio la logica di scuotere l’amministrazione per provocare un dialogo finalmente franco e sereno su tutti i temi, sia politici sia programmatici. Il confronto che ne è seguito con il sindaco è stato, come nostro costume, improntato a toni diretti: d’altronde, il sindaco ben sa che da noi non deve temere sotterfugi o equivoci, perché siamo abituati a dire chiaramente e ai diretti interessati se ci sono dei problemi, quali sono e come, a nostro modesto modo di vedere, possano essere risolti”.
Poi, le rassicurazioni per la maggioranza: “Crediamo fermamente nel gioco di squadra, partendo da una premessa di fondo: vi è bisogno di parlare e di parlarsi, rispettandosi reciprocamente, perché in una squadra è imprescindibile sapersi fidare l’uno degli altri ed avere la capacità di parlarsi guardandosi negli occhi. Non vi sono state richieste al sindaco da esaudire. Vi è stato, semplicemente e finalmente, un parlarsi chiaro su ogni questione, sia di metodo sia di merito”.
Per arrivare a tali obiettivi c’era bisogno di non partecipare al Consiglio del 15 aprile? “Sì, era necessario, in quanto da troppo tempo sollecitavamo un confronto franco e chiaro su scelte politiche di fondo che erano state assunte senza condivisione. Questo confronto non è arrivato prima, per cui per provocarlo si è reso necessario anche compiere il gesto, politicamente forte, della mancata partecipazione al Consiglio comunale. Vista la rapidità con cui siamo stati, poi, contattati dal sindaco e si è tenuto il conseguente incontro chiarificatore, possiamo dire che abbiamo fatto bene”.
Per il futuro, dunque, c’è ottimismo da parte del centrodestra: “L’amministrazione può proseguire il proprio cammino, che già ha prodotto tanti frutti. Ci riferiamo ai tanti risultati in parte riepilogati nei giorni scorsi dal sindaco, che sono soltanto alcuni dei risultati raggiunti da questa squadra, in cui ognuno, e noi in modo particolare nell’ambito delle rispettive deleghe, si è speso per cercare di affrontare e risolvere i tanti problemi trovati”.
Dunque, “l’amministrazione va avanti, rinvigorita nella determinazione comune a tutti i suoi componenti (e certamente nostra) di volere bene operare nell’interesse generale, nella convinzione e nell’auspicio che proprio da questa vicenda si possano trarre i giusti spunti per evitare in futuro di ricadere in alcuni errori compiuti nel passato”. Poi, la durissima stoccata al gruppo misto di Anna Ferreri e Adriano Iannacone: “Di questo ci spiace dovere dare notizia a quella parte minoritaria dell’opposizione che non si arrende al ruolo assegnatole dagli elettori e, anziché impegnarsi per svolgere il proprio ruolo in maniera costruttiva, punta tutto, come sua abitudine, sul pettegolezzo più becero, sperando che provando a seminare zizzania nei rapporti personali tra i componenti della maggioranza possa riuscire a sostituirsi a qualcuno di essi (e a noi in modo particolare) nei ruoli di responsabilità amministrativa, al solo scopo di gestire il potere e di destabilizzare (loro sì) il quadro venuto fuori dalle elezioni del 2013. Sono fatti e comportamenti che si commentano da soli e che palesano la disperazione di chi proprio non riesce a rassegnarsi; ma siamo convinti che l’intelligenza e il buon senso di tutti i componenti della maggioranza consentiranno di neutralizzare questi tentativi di bassa lega, nel comune sforzo innovatore e impegno amministrativo che hanno animato l’esperienza elettorale di due anni fa e che restano attuali e imprescindibili”.

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