L’articolo 2, comma 1, del regolamento del funzionamento del Consiglio comunale, quello relativo al “Computo dei termini” inserito nella prima parte – Disposizioni generali parla chiaro: “Nel computo dei termini previsti dal presente regolamento non si considerano i giorni in cui nella sede comunale è sospesa l’attività amministrativa e quello in cui accade l’evento”.
Questo breve periodo, all’apparenza insignificante, potrebbe rendere nulla la seduta consiliare dello scorso 14 luglio. Secondo le minoranze, infatti, l’amministrazione non ha rispettato i termini. Il caso era stato sollevato durante la seduta dalla consigliera Elena Bianchi, ma prima l’assessore al Bilancio, Carlo Potena, e poi, parzialmente, la segretaria generale dell’ente, Anna Cascardi, avevano in qualche modo rassicurato che tutto era in regola. Invece, l’opposizione è pronta a dare battaglia. Il bilancio e, più in generale, la documentazione inerente all’ordine del giorno è stata consegnata il 3 luglio. Da quella data al 13 (il 14 giorno del Consiglio non viene considerato) sarebbero dieci giorni. Dunque, tutto ok. Invece no. Almeno stando alle minoranze e, in realtà, proprio al regolamento di funzionamento del Consiglio comunale. Dall’opposizione hanno chiaramente lasciato intendere che si potrebbe arrivare finanche al ricorso al Tar. Infatti, a conti fatti, dai dieci giorni ‘continui’ andrebbero sottratti i giorni in cui il Comune è chiuso (sabato e domenica). In questo modo si arriverebbe addirittura ad appena sette.