Santissimo Rosario, prosegue la lunga storia di diffide, querele e beffe. Con la chiusura “a foglia di carciofo” di tutto l’ospedale. L’ultima puntata si è svolta ieri pomeriggio, con una ennesima denuncia-querela da parte del Comitato Santissimo Rosario. Alle 15 in punto sono entrati nella Caserma di Venafro il presidente del Comitato Gianni Vaccone, il vicepresidente Franco Marcerola e l’avvocato Alfredo Ricci, per denunciare quanto era accaduto in mattinata. Ieri presso l’ospedale cittadino è successo il finimondo. I medici del Pronto soccorso e di Medicina hanno ricevuto un “provvedimento” della Asrem che li obbligava al trasferimento ad Isernia. Già si trasportavano i letti dei Reparti, già i tecnici della Asrem si erano messi in movimento. A questo punto il presidente Vaccone ha chiamato i Carabinieri che sono subito arrivati in ospedale, prendendo visione dello stato delle cose. Telefonate bollenti tra gli uomini del Comitato ed i vertici dell’amministrazione comunale, con altri contatti con dirigenti della Asrem.
“Fanno tutto con la scusa che noi abbiamo accettato le loro proposte – dichiarano gli uomini del Comitato -. Ma questo non è assolutamente vero. Dove sono le nostre firme e soprattutto perché non realizzano neppure l’Ospedale di Comunità? Frattura ci vuole ancora una volta prendere in giro, dando il colpo di grazia al nostro ospedale”. Tutto parte dal provvedimento della Asrem numero 327 del 5 aprile – arrivato ieri in ospedale – avente ad oggetto “Attivazione, sperimentazione e riconversione dello stabilimento ospedaliero di Venafro”. L’atto “propone” il trasferimento definitivo di tutti i medici del Pronto soccorso (dottori Ettore Annibale, Antonio De Matteis e Pasqualino Di Iorio) e quelli di Medicina (dottori Alberto Falanga ed Ermanno Masia) al Veneziale di Isernia, a partire dal 7 aprile (cioè da oggi). Di fatto è arrivata la cancellazione di Medicina e del Pronto soccorso, con l’azzeramento dell’intero ospedale. Eppure il Comitato aveva da poco inviato una “diffida” ai vertici regionali e della Asrem, prodotta in copia anche al Prefetto di Isernia, perché non venisse toccato nulla nell’ospedale venafrano. Alla diffida si è affiancata, il 3 aprile, una denuncia-querela inviata in caserma ed alla Procura “avverso il presidente della Regione ed i vertici della Asrem”.
Una posizione netta del Comitato che significa: chi tocca l’ospedale si può far male (penalmente). Nella diffida l’avvocato Ricci – richiamandosi ad ordinanze del Tar, ribadite dal Consiglio di Stato – ha scritto “…è opportuno lasciare inalterata la situazione esistente, come determinata sulla base degli atti adottati dall’Amministrazione… ed annullati dal Tar Molise” . Ma tutto questo non è servito a nulla, perché ieri si è andati oltre. Da qui la chiamata ai Carabinieri ed una nuova denuncia alla Procura della Repubblica avverso i vertici della Regione e della Asrem. Ma c’è dell’altro. Due medici del Pronto Soccorso (De Matteis e Di Iorio) ed i due dottori di Medicina (Falanga e Masia) nel pomeriggio hanno firmato una contronota in cui contestano il provvedimento numero 327, rifiutando il trasferimento “non condiviso”. Scrivono che già il 7 marzo avevano accettato provvisoriamente di stare un mese ad Isernia, ma senza una ulteriore proroga. E qui tutta la vicenda si complica.
“È l’ultima pesante vergogna per tutti i politici venafrani, che non stanno facendo nulla – dichiara il presidente Vaccone -. Siamo delusi da tutti, in particolare dal presidente del Consiglio regionale Vincenzo Cotugno, che dopo averci assicurato un suo intervento, non ci risponde neppure più al telefono. Ora basta, è arrivato il momento di andare avanti come un bulldozer, sul piano giudiziario. Continueremo a chiedere la chiusura dell’ospedale di Isernia, per inagibilità e pericoli sulla sicurezza strutturale”.
Rilancia il vicepresidente del Comitato Macerola, appena dopo l’uscita dalla Caserma di via Maiella: “Stiamo producendo un altro dossier, con tutti i nostri atti e le querele precedenti, corredate dalle ordinanze della magistratura amministrativa. Porteremo tutto in Caserma. Presto ritorneremo anche dal Prefetto di Isernia e dal procuratore Paolo Albano. Al magistrato chiederemo a che punto sono le indagini, soprattutto sulla inagibilità dell’ospedale di Isernia”.
L’impressione è che qualsiasi cosa faccia il Comitato Santissimo Rosario, la politica segue una sua strada già tracciata: cancellare l’ospedale di Venafro.