Il piromane evidentemente aveva studiato tutti nei minimi particolari. Quando ha appiccato l’incendio a San Nazario, su Ceppagna stava scendendo l’oscurità. E con il buio, si sa, sono praticamente impossibili interventi aerei. Dunque, martedì sera le fiamme ben presto hanno avviluppato tutta la collinetta tra Ceppagna e Vallecupa, sconfinando persino in territorio di Sesto Campano. Ben 40 gli ettari andati in fumo, per lo più di pascolo ma anche bosco. L’incendio è stato spento solo nella mattinata di ieri, grazie anche all’aiuto della pioggia e delle stradine sterrate presenti su San Nazario che di fatto hanno ‘fermato’ il fuoco. Il pericolo è stato grande, poiché le fiamme hanno sfiorato la linea del metanodotto Paliano-Busso e stavano raggiungendo anche la pineta Sant’Onofrio di Roccapipirozzi.
Sul posto con i suoi uomini (oltre a pompieri e Antiincendio), il comandante della Forestale di Venafro, Antonio De Caprio, il quale a Primo Piano Molise ha rivelato che non ci sono dubbi sulla “chiara origine dolosa dell’incendio”. I berretti verdi hanno parlato di fuoco innescato in ben 7 punti diversi, “a distanza di 20/30 metri uno dall’altro”. L’intervento è stato molto difficoltoso per via della zona impervia e della presenza di ordigni bellici inesplosi. Insomma, i forestali si sono dovuti limitare a circoscrivere l’incendio anche per via della vastità della linea di fuoco.
L’ispettore capo De Caprio, che indaga sul mega incendio, attraverso le nostre colonne lancia un appello “a chiunque possa aver visto qualcosa: si rivolga a noi, anche nel completo anonimato. Abbiamo bisogno di aiuto per individuare il piromane ed assicurarlo alla giustizia”. Oltre alla pienta di Roccapipirozzi, fortunatamente in salvo sono stati messi anche i cinghiali (una decina) presenti nella zona a servizio dell’area di addestramento cani.
(su Primo Piano Molise di oggi in edicola)