Nella minoranza consiliare «Venafro che vorrei» volano gli stracci. In particolare è scontro a muso duro tra Elena Bianchi e Alfonso Cantone. La consigliera (ieri su queste stesse colonne) si è scagliata violentemente contro il capogruppo a seguito della querelle – condita da attacchi sui social network – sorta intorno alla nomina dei 38 scrutatori per il referendum del 4 dicembre. Cantone, che ha annunciato di voler rimettere la carica di capogruppo, si è rivolto direttamente alla Bianchi attraverso una nota indirizzata a Primo Piano Molise.
«Premetto che per la prima volta sono in difficoltà nel rispondere ad un attacco politico – esordisce Cantone -. La difficoltà nasce da due motivi: il primo, perché nutro un forte affetto e stima nei confronti del papà della consigliera Bianchi (l’ex sindaco Enzo, ndr), il secondo non meno importante perché sinceramente stento a credere che tali affermazioni siano frutto della certosina mente della consigliera Bianchi. Perché tanto rancore, perché tanto astio, perché tali affermazioni? All’indomani della nomina degli scrutatori e alla loro successiva pubblicazione ho semplicemente affermato che le nomine potevano essere fatte meglio, ovvero seguendo criteri più stringenti (quali: persone bisognose, rotazione, disoccupati ecc), nulla di più. Leggendo Primo Piano Molise prendo atto a malincuore delle affermazioni gravissime da parte della consigliera Bianchi che (forse) ingenuamente è caduta nella trappola del sindaco. Nelle sue affermazioni a dir poco stravaganti per non dire gravi, la consigliera mi accusa di essere stato poco tenero nella disamina delle nomine in quanto tra i nominati non vi è alcun mio parente. Falsità più grave e pretestuosa non poteva sostenerla… La consigliera conosceva perfettamente il mio pensiero, anzi ricorderà benissimo la telefonata intercosa durante lo svolgimento della riunione della commissione (visto che il tutto è avvenuto con i telefoni a viva voce) e sa altrettanto bene che dietro la sua richiesta di indicarle eventuali nominativi anche di parenti, il sottoscritto si è rifiutato categoricamente limitandosi a dire che si rimetteva al buon senso della Commissione. Poi, sempre la consigliera dichiara che è una professionista e la sua candidatura è frutto solamente di opera sociale».
A questo punto, Cantone si rivolge direttamente alla consigliera: «Cara Elena, anche io sono un professionista… A differenza tua mi sono candidato per migliorare questa città, spesso togliendo anche tempo al mio lavoro e alla mia famiglia, perché svolgere il ruolo di consigliere comunale e maggiormente quello di minoranza è molto più impegnativo in quanto vi è bisogno di un particolare lavoro di controllo e studio degli atti che quotidianamente vengono proposti. Il sottoscritto non si è candidato per il sociale come hai fatto tu anche perché da molteplici anni già svolge un ruolo nel sociale (segretario del Consultorio diocesano “Il Girasole”) ed è questa la prima volta che lo rende pubblico. Se vuoi posso indirizzarti presso qualche ente caritatevole… sicuramente sarai più a tuo agio! Sempre nelle tue affermazioni (ricordo che sei membro eletto dalla minoranza) dichiari che le nomine sono state effettuate con il criterio della rotazione. Poiché non ho mai detto nulla sui nominativi da te scelti anche perchè non sono a conoscenza delle generalità dei tuoi nominati, ti chiedo a questo punto di rendere pubblico l’elenco delle 10 persone che hai scelto e nominato. Poi, se hai tempo e non sei pressata troppo dal lavoro, potresti anche spiegare come mai molte persone sono state nominate pur avendo ricoperto tale incarico nel referendum di aprile ultimo scorso (in Comune c’è l’elenco precedente). Cara Elena, la politica è una cosa estremamente seria, ancor di più in questo periodo. La mia azione politica non è arrivismo ma è orientata solo ed esclusivamente a salvaguardia di questa città ed ovviamente in contrapposizione verso questo sindaco e la sua maggioranza che per lunghi 15 anni ha cavalcato l’onda del buonismo facendosi credere il Robin Hood della situazione per poi rivelarsi lo sceriffo di Nottigham».
Quindi, Cantone conclude: «Preso atto che il rapporto collaborativo con l’attuale sindaco è divenuto di colpo così idilliaco cerca anche di fargli capire che l’attuale giunta è contro la legge essendo mancante la componente della quota rosa… Se te ne fossi dimenticata hai un ruolo anche nella Commissione Pari opportunità… Ti prego, sii più cauta e attenta nelle affermazioni verso chi ti ha sempre difeso, appoggiato e sostenuto e non permettere a terze persone di usare la tua persona per ignobili fini politici di bassa lega. Infine, poiché non sono un arrivista politico, ti comunico pubblicamente che lascerò nelle tue mani anche la carica di capogruppo: certo che farai meglio di me. Con immutata stima e amicizia».
(su Primo Piano Molise di oggi in edicola)