Il referendum di domenica ha rappresentato una grande prova di democrazia diretta anche a Venafro. Quasi seimila gli elettori (su 9.177) che, tessera e documenti alla mano, si sono recati nei seggi della città per esprimersi sul quesito della riforma costituzionale. Più che nel resto d’Italia, ha stravinto il No: oltre quattromila i venafrani che si sono espressi in modo contrario per una percentuale che ha sfiorato il 70. Buono anche il dato dell’affluenza: inferiore alla media nazionale ma superiore a quello regionale con il 64,88%. In termini assoluti, al Sì sono andate 1.890 preferenze (pari al 31,95%), al No 4.026 (68,05%). Più del doppio, dunque. A favore del Sì in città erano apertamente schierati il presidente di Molise Democratico, Stefano Buono, e il presidente del «Comitato pentro per il Sì», Antonio Tedeschi (che hanno tenuto pure delle iniziative). Contrari alla riforma, il sindaco Antonio Sorbo e il capogruppo di maggioranza Marcello Cuzzone, oltre agli attivisti 5 Stelle e al consigliere regionale Massimiliano Scarabeo. In termini di iniziative di parte durante la campagna elettorale la partita è finita 2 a 2: per il fronte del No proprio Sorbo e Cuzzone avevano tenuto una manifestazione per illustrare le ragioni della contrarietà alla riforma; stesso dicasi per il Movimento 5 Stelle che a pochi giorni dal voto aveva portato in città i consiglieri regionali Antonio Federico e Patrizia Manzo.
Sia come sia, a livello locale il seggio con la più alta percentuale di No è stato quello di Vallecupa, qui i cento elettori esatti al voto si sono espressi con un plebiscito anti modifiche alla Costituzione: 79 a 21, quindi sia in termini reali che di percentuale. Dato percentuale vicino a quello del seggio di Ceppagna, dove il No ha conquistato il 75,2% dei consensi. Altissimo il dato del No anche nella sezione numero 1 – via Maiella con il 73,4%. A conti fatti, i tre seggi più piccoli della città sono andati ben oltre la media sia nazionale che cittadina. Il risultato più basso per i No e quindi, di conseguenza, più alto per il Sì è stato registrato nella sezione numero 11 – via del Carmine, dove il Sì è arrivato al 37,9%. In tutto il resto di Venafro il fronte contrario alla riforma ha superato il 65%. Un No forte e chiaro, pertanto, anche (e soprattutto) al governo Renzi.
A parte rare eccezioni, infatti, il clima alla vigilia della tornata referendaria era più di consenso o contrarietà alle politiche del governo che al merito delle modifiche alla Costituzione.
Sì e No sezione per sezione. In dettaglio, i voti validi in termini assoluti sezione per sezione:
1 – via Maiella Sì 58 No 160
2 – via del Carmine Sì 197 No 423
3 – via Colonia Giulia Sì 162 No 366
4 – via Maiella Sì 158 No 362
5 – via Macchiavelli Sì 249 No 479
6 – via Macchiavelli Sì 258 No 519
7 – Ceppagna Sì 91 No 276
8 – via del Carmine Sì 97 No 178
9 – via Colonia Giulia Sì 210 No 412
10 – Vallecupa Sì 21 No 79
11 – via del Carmine Sì 211 No 345
12 – via del Carmine Sì 178 No 427
Affluenza, dato di Venafro comunicato con ritardo record. Voti espressi a parte, va rimarcato però come Venafro sia stato uno degli ultimi tre comuni in Italia a consegnare i dati relativi all’affluenza definitiva, quella delle ore 23. Una vergogna inspiegabile considerato che il seggio più “frequentato” ha accolto 784 elettori. Ed è proprio in questa sezione, la numero 6 di via Niccolò Macchiavelli, che si sono registrati problemi e ritardi. Mentre nel resto d’Italia oltre la metà dei comuni aveva consegnato ufficialmente al Viminale (Prefettura) addirittura il risultato dello scrutinio, in un seggio della città ancora si era alle prese con il conteggio delle schede votate. Poco prima delle ore 2, con il premier Renzi probabilmente già a letto dopo aver tenuto la conferenza stampa nella quale ha annunciato le dimissioni, a Venafro ancora non si riusciva a completare il dato dell’affluenza. Una figura poco edificante, eguagliata solo da un comune in provincia di Torino e uno in provincia di Siracusa. Ad onore del vero, va detto anche però che le altre undici sezioni si sono comportate discretamente, mantenendosi nella media nazionale.
(su Primo Piano Molise di oggi in edicola)