Provvedimento decisamente dirompente quello approvato l’altra sera – alla vigilia dell’incontro con le Mamme per la salute – dall’amministrazione comunale di Venafro: la giunta guidata dal sindaco Antonio Sorbo ha infatti impugnato la delibera regionale con la quale si prevede la dismissione della centralina Arpa di via Colonia Giulia.
Scontro politico e formale, dunque, con l’ente di Campobasso. E, per certi versi, atto di sfiducia nei confronti del presidente del Consiglio regionale, Vincenzo Cotugno, che con una nota aveva provato a rassicurare istituzioni e cittadini dichiarando che la postazione fissa di monitoraggio dell’inquinamento non sarebbe stata eliminata.
Seguendo l’adagio popolare «fidarsi è bene, non fidarsi è meglio», l’amministrazione comunale evidentemente ha deciso di procedere per via giudiziario-amministrativa. Del resto, allo stato attuale la delibera di giunta regionale numero 451 del 7 ottobre 2016 («Adeguamento della rete regionale di rilevamento della qualità dell’aria») non è stata ancora modificata e probabilmente mai lo sarà. Proprio quel provvedimento, a regime, prevede la dismissione della centralina Arpa di via Colonia Giulia, come da piano proposto dall’Agenzia regionale per la protezione ambientale e puntualmente approvato dal governo Frattura. Dunque, anche in risposta all’appello delle Mamme per la salute e l’ambiente e al popolo del 14 gennaio, è arrivato il ricorso ufficiale del Comune di Venafro che, va detto, (praticamente sempre) sulle tematiche connesse alla lotta all’inquinamento ha “fatto” e non solo ha parlato o promesso di fare. Anche in questo caso, pertanto, alla battaglia politica si aggiunge l’atto formale. Il ricorso straordinario è stato indirizzato al Capo dello Stato poiché per adire il Tribunale amministrativo regionale non c’erano più i termini. Sia come sia, la sostanza non cambia. La giunta comunale venafrana, attraverso il proprio legale, chiederà pertanto l’annullamento del provvedimento del governo Frattura poiché la programmata dismissione della stazione di rilevamento denominata «Venafro 1» è «illogica» ed è «in contrasto con le disposizioni in materia di prevenzione e di tutela ambientale e del diritto alla salute».
Insomma, la marcia dei 5mila dello scorso 14 gennaio continua a produrre frutti. La sensazione è che con il sostegno popolare anche le stesse istituzioni possano spingersi oltre arrivando ad “attaccare” direttamente la Regione.
(su Primo Piano Molise di oggi in edicola)