In città tiene ancora banco il caso scuole. Dopo la denuncia di «Partecipa», che ha (ri)portato in auge il finanziamento da 2 milioni 485mila euro promesso ma mai concesso per la ristrutturazione dell’edificio di via Maiella, e le repliche di sindaco e vicesindaco, è di nuovo il movimento a tornare alla carica. Secondo gli esponenti di «Partecipa» (tra i quali, ricordiamo, gli ex amministratori Nico Palumbo, Benedetto Iannacone, Massimiliano Di Vito) di quei fondi non c’è più traccia e forse sono perduti per sempre. E non regge la “speranza” dell’amministrazione che vengano reinseriti nel bilancio regionale poiché «è noto a tutti che il bilancio regionale è stato già approvato dalla Regione con la legge numero 3 del 30 gennaio scorso, e del finanziamento per le scuole di Venafro non vi è traccia».
Insomma, un quadro a tinte fosche, nonostante «tutti possono stare tranquilli. L’amministrazione comunale di Venafro, e soprattutto il sindaco Antonio Sorbo “non dormono affatto”. Anzi al contrario sono ben svegli e dopo quasi quattro anni dal loro insediamento, hanno dimostrato di essersi impegnati per assicurare in tempi brevi i finanziamenti alle casse comunali».
Ebbene, «sono trascorsi solo sei anni – affermano da “Partecipa” in tono sarcastico – da quando la Regione Molise ha concesso 2,485 milioni di euro per l’edilizia scolastica, ma dei quattrini e dei lavori restano solo la speranza in un giorno che forse verrà. L’unica certezza è che il finanziamento è stato cancellato dal bilancio regionale».
Ancora una volta, però, a quanto pare «assistiamo al solito “scaricabarile”. Tante belle parole per trovare un colpevole, senza mai analizzare, con senso critico, la propria posizione, il proprio immobilismo, la propria inesperienza, la propria inefficienza, il proprio inesistente peso politico. “Abbiamo fatto”, “Abbiamo scritto”, “Abbiamo informato”. Le note del sindaco per il recupero del finanziamento, forse perduto, esposte nell’articolo “fiume” pubblicato su “Primo Piano Molise” dei giorni scorsi, sembrano una “pagellina scolastica” che non merita alcun commento».
Eppure, «i finanziamenti sono oggi giorno merce rara. Si ottengono e soprattutto si conservano battendo i pugni sui tavoli istituzionali e nelle sedi opportune, facendo valere il proprio peso politico e la propria competenza amministrativa. È presuntuoso pensare che un funzionario comunale con una semplice nota o con una letterina riesca a trovare delle soluzioni su problematiche così importanti». Il movimento Partecipa fa sapere che «senza nessuna polemica, ha voluto dare il giusto risalto ad un finanziamento dimenticato, riferendo sui ruoli istituzionali e non sulle colpe, con l’unico scopo di informare la popolazione. L’edilizia scolastica oggi è indispensabile. Indispensabile per dare finalmente una scuola sicura alla nostra città, ma anche per creare uno slancio economico e una nuova opportunità per le molte imprese locali oggi in difficoltà. Di risposta non serviva attaccare polemicamente. Non serviva l’ironia del sindaco nel sostenere che informerà i cittadini ecc “e quelli che si sono “svegliati”. Il movimento non si deve svegliare. Si deve invece svegliare sicuramente chi, ed evitiamo ancora una volta le polemiche, a distanza di tre anni dalla revoca del finanziamento ancora non l’ha capito e si arrampica sugli specchi per esaltare il suo interessamento ed il suo operato scaricando su altri le proprie responsabilità».
«Partecipa» fa pure ammenda perché «sarebbe stato più giusto e più proficuo spronare l’amministrazione già da tempo, con gli stessi metodi e la stessa intensità con cui anni fa, alcuni attuali amministratori insieme a comitati e genitori e gente comune, criticavano e sollecitavano le precedenti amministrazioni per il loro immobilismo sia sulla scuola, sia su tante altre problematiche sociali che comunque si manifestano come ieri». Ma oggi, sottolineano dal movimento, «purtroppo questa sana passione si è affievolita, e la partecipazione popolare, per grande fortuna della attuale amministrazione di Venafro, ha ceduto il passo alla rassegnazione. Chissà, sarà arrivato il momento di “Partecipare”?».

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