Continua a tenere banco in città la discussione sorta intorno alla decisione dell’amministrazione comunale di aderire allo Sprar.
Il clima a Venafro sta diventando sempre più incandescente. In molti stanno mostrando insofferenza verso il fenomeno e iniziano a farsi sentire per dire «basta immigrati». I numeri crescono sempre più, al punto che attualmente sono 90 i profughi ospitati nel territorio comunale. Con l’adesione allo Sprar e con il bando che verrà emanato entro settembre, giunta e maggioranza intendono mettere un freno. Come spiegato da Marcello Cuzzone «il Comune di Venafro ha chiesto e ottenuto un impegno formale e ufficiale, con la sottoscrizione di un apposito protocollo di intesa dal prefetto. Per Venafro non sarà superata la quota totale di 137 prevista dal piano 2016. Se il Comune di Venafro non avesse aderito allo Sprar, di sicuro già nei prossimi giorni sarebbero arrivati nei centri gestiti dai privati non meno di 253 migranti, cioè quelli già previsti nel piano 2017. Tra l’altro 253 è un numero minimo in quanto nei Comuni che non aderiscono allo Sprar non esistono limiti e non possono nemmeno invocare la clausola di salvaguardia».
Dunque, «l’adesione allo Sprar, con la sottoscrizione degli impegni da parte del prefetto consentirà di non superare il numero 137, evitando quindi una probabile invasione ed impedendo a quelli che oggi stanno speculando economicamente sui migranti di fare affari sulle spalle di questi poveretti. Chi è contro e non vuole lo Sprar, vuole che le cose continuino ad andare avanti come finora favorendo gli interessi degli speculatori».
Di parere diverso però il gruppo Misto, che ha mostrato di non fidarsi dell’accordo con il prefetto poiché già in altre zone la clausola di salvaguardia è stata totalmente ignorata. Inoltre, ci sono dubbi da parte dei consiglieri del Misto circa il numero totale. Per Iannacone, Ferreri e Capasso, infatti, con lo Sprar arriveranno ulteriori 137 migranti. Ad onor del vero, però, sia dalla direttiva del Viminale 11 agosto 2016 che dalla convenzione sottoscritta si evince un’altra realtà: e cioè che 137 è il numero complessivo, comprensivo quindi anche dei 90 già presenti.
Dal sito ufficiale Sprar si può leggere come «La direttiva prevede che le Prefetture operino affinché “i centri di accoglienza temporanea eventualmente presenti sul territorio dei Comuni aderenti alla rete Sprar vengano gradualmente ridotti, ovvero ricondotti ove possibile a strutture della rete Sprar medesima, fino al raggiungimento della predetta quota di posti”. È quindi prevista, pur in un quadro di gradualità, la progressiva riduzione dei posti Cas qualora la quota prevista dal Piano sia soddisfatta dal progetto Sprar». Questo concetto è stato formalizzato ancor più chiaramente nella convenzione Comune-Prefettura.
Gli sprar sono nati proprio per evitare finché si può le speculazioni e in genere si riesce ad ottenere che un territorio non si sovraccarichi di migranti con crescente disagio dei cittadini che si sentono invasi in casa loro e, se si riesce a distribuire i migranti in piccoli gruppi, la cosa diventa più accettabile, la concentrazione è sempre negativa