L’attesa decisione della Gip Vera Iaselli è arrivata ieri mattina: Anna Minchella deve restare in carcere. La Giudice per le indagini preliminare del Tribunale di Isernia ha pertanto rigettato l’istanza dei legali difensori.
Gli avvocati Aldo Moscardino e Gaetano Andreozzi puntavano quantomeno all’accoglimento della richiesta di una misura meno afflittiva per la loro assistita. In subordine alla scarcerazione avevano infatti chiesto la concessione degli arresti domiciliari. Invece nulla. La Gip ha sostanzialmente confermato quanto deciso la settimana scorsa con la firma dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Le eccezioni degli avvocati Moscardino e Andreozzi non sono state accolte. Ora i due legali difensori dell’infermiera accusata dell’omicidio volontario di Celestino Valentino sperano nel Tribunale del Riesame.
Se la Gip Vera Iaselli ha dato credito all’impianto accusatorio sostenuto dalla Procura grazie al certosino lavoro dei Carabinieri, auspicano che il Riesame possa rivedere l’ordinanza di custodia cautelare che, ricordiamo, ha disposto l’arresto della 45enne originaria di Presenzano con detenzione nel carcere di Pozzuoli. All’interrogatorio di garanzia Anna Minchella si è avvalsa della facoltà di non rispondere poiché per i suoi legali non era in condizioni di farlo: sia dal punto di vista psicofisico che della “preparazione”, nel senso che non c’era stato tempo per leggere l’ingente mole di atti prodotti dall’accusa. Non è escluso, però, che a breve la presunta assassina possa chiedere per mezzo dei propri difensori di essere ascoltata. In teoria ciò potrebbe avvenire già in sede di Riesame. I legali hanno sollevano numerose eccezioni alla Gip Iaselli. Lo stesso faranno ora al Tribunale del Riesame. Aldo Moscardino e Gaetano Andreozzi stanno lavorando sodo per alleggerire la posizione della Minchella e soprattutto per farla uscire dal regime di custodia cautelare in carcere.
Al momento, la montagna che hanno di fronte gli avvocati venafrani della donna appare piuttosto dura da scalare: oltre all’acido cloridrico acquistato dall’infermiera e ritenuto dal Ris di Roma la sostanza “assassina”, contro la 45enne ci sono pure varie testimonianze e intercettazioni utilizzate dall’accusa per motivare l’arresto, come scritto nei giorni scorsi in esclusiva da Primo Piano Molise.