Disoccupazione e fallimenti hanno raggiunto livelli record. E tra le aziende che stanno risentendo maggiormente della tremenda crisi che attanaglia l'intero Paese ci sono senza dubbio quelle dell’hinterland venafrano. Dopo decenni di illusorio benessere, costruito sull’assistenzialismo dettato dal cosiddetto “Obiettivo Uno”, l’economia locale si sta sgretolando, sotto gli occhi sciatti e incompetenti di una classe politica inconsistente, che ancora si ostina, mentre attorno la città crolla, a tramare “inciuci” vergognosi, chinandosi al volere di quanti sono tra i maggiori artefici del disastro in atto. Fiaccate da una situazione divenuta insostenibile, anche la aziende storiche di Venafro e dell’intero comprensorio stanno gettando la spugna. Gli enti non pagano e di nuove commesse nemmeno l’ombra. In queste condizioni nessuno riesce a resistere a lungo. Si chiude. E’ di ieri la notizia che anche la Precal (storica azienda del Gruppo Patriciello un tempo conosciuta come Siop) si appresta ad abbassare le saracinesche. Ai venticinque operai rimasti sono già arrivate le lettere di licenziamento. Si lavora fino al 30 aprile, poi tutti a casa. Sarà un primo maggio amaro per tante famiglie di Venafro. Specializzata nella costruzione di prefabbricati in cemento, la Precal potrebbe “risorgere” a nuova vita nel prossimo futuro, magari con altra denominazione. Ma è tutto da vedere. Per adesso c’è una sola certezza: l’azienda smette di esistere. E c’è di peggio: presto potremmo trovarci a tracciare i “necrologi” di altre aziende. Sono diverse, intatti, quelle sull’orlo del baratro. Per i giovani della città, almeno per quelli capaci di farsi valere, rimane adesso una sola strada da percorrere: andare via alla ricerca di lavoro e fortuna. Due parole ormai cancellate dal vocabolario di una città senza futuro, preda di un declino sociale ed economico che appare inarrestabile.
