Il giudice Peppe Ayala “tradito” da un treno non ha potuto prendere parte alla cerimonia di intitolazione della piazza della stazione ai giudici Falcone e Borsellino, ma si è collegato telefonicamente lanciando un messaggio di speranza, nel nome e nel segno dei due eroi, ai tanti giovani presenti all’evento.
«Trenitalia permettendo- ha scherzato durante il collegamento telefonico Peppe Ayala- sarò in mezzo a voi giovani studenti di Venafro per dare il mio contributo e sostanziare il significato dell’iniziativa dell’Amministrazione comunale perché voi studenti, avete bisogno di questi esempi per coltivare i valori della giustizia e della legalità». A dare inizio alla cerimonia il sindaco Antonio Sorbo che ha sottolineato il significato della decisione presa dall’Amministrazione comunale: «Sono passati 26 anni e quell’Italia degli onesti non è stata sconfitta, ancora combatte, ancora ha la forza per portare avanti la battaglia che fu di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino e di tanti magistrati coraggiosi. Noi abbiamo l’obbligo morale di ricordarli, uccisi dalla mafia e dalle mafie soltanto perché avevano deciso di non piegare la testa, di difendere la propria dignità e con esse la dignità e la libertà di ognuno di noi».
E guardando i giovani Sorbo ha rimarcato il fatto dell’importanza della presenza dei giovani studenti in piazza Falcone e Borsellino perché «ascoltassero, parlassero e capissero l’evento: oggi l’evento più importante di questa giornata non è stato lo scoprimento di quella lapide, ma è la presenza qui di tanti giovani perché, come ha detto Borsellino “se la gioventù le negherà il consenso, anche l’onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo”».
Il prefetto di Isernia Fernando Guida nel suo saluto ha voluto ricordare una frase di Giovanni Falcone, secondo cui «la criminalità organizzata pur non essendo invincibile è un fenomeno molto grave e che si può vincere non pretendendo eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni e della società civile e soprattutto facendo tutti fino in fondo il proprio dovere».
La sintesi di tutta la cerimonia nelle parole di una studentessa del liceo classico di Venafro, Antonietta D’Appollonio: «Noi studenti siamo onorati di prendere parte a manifestazioni di questo calibro. Falcone e Borsellino sono due eroi nella lotta alla criminalità organizzata che continuano a tenere noi giovani fortemente legati a quei principi di legalità e rispetto per l’Italia e l’umanità».
La seconda parte della giornata si è svolta all’Istituto statale «Antonio Giordano» presso l’aula magna di via Maiella dove gli studenti hanno avuto modo di approfondire tutti gli argomenti legati ai giudici Falcone e Borsellino, con domande e interventi che hanno emozionato non poco i presenti e, in modo particolare, il prefetto di Isernia e il sindaco di Venafro Sorbo che hanno risposto elogiando lo spessore e la portata del lavoro fatto dalla scuola. «Qui tocco ancora una volta con mano- ha detto tra l’altro il prefetto Guida- la faccia pulita di studenti e studentesse che vogliono crescere nel rispetto delle regole e nella consapevolezza che, di certo, ci sarà un futuro migliore».

Marco Fusco

Un Commento

  1. Mara Iapoce scrive:

    E Campobasso sta a guardare. Un capoluogo che deve provare solo vergogna per tutto ciò che fa. O non fa…

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