Come era del resto preventivabile, a Venafro salgono i casi di positività al Covid-19 accertati.
Fino all’altroieri in città si contava un solo contagiato, il 66enne rientrato dall’Emilia Romagna dove si era sottoposto ad intervento chirurgico e che si trova tuttora ricoverato al “Cardarelli” di Campobasso. Da ieri, però, il numero è salito fino a quattro positivi: la moglie dell’uomo che vive a Vallecupa, più un ultra 60enne operatore sanitario presso il “Veneziale” di Isernia e una dipendente di una cooperativa che opera anche presso il Neuromed e che, secondo quanto riferito in serata dai vertici dell’istituto, non si recava in clinica dal 13 marzo scorso.
Sul caso è intervenuto anche il sindaco Alfredo Ricci, che ha affermato che la donna non risulterebbe nell’elenco degli 85 operatori in “quarantena” poiché venuti a contatto con i pazienti positivi dell’Istituto di Pozzilli.
Ad ogni buon conto, da diversi giorni non andava a lavorare poiché si era auto denunciata e posta in isolamento con tutta la famiglia a seguito della comparsa di alcuni sintomi collegabili al coronavirus. Per questo il sindaco anche ieri ha continuato ad invitare alla calma la cittadinanza.
La 47enne «mi aveva chiamato – le parole di Ricci – per riferirmi che era venuta a contatto con pazienti positivi del Neuromed. Tuttavia il suo nome, così come quello di altre persone che mi pure si sono segnalate per lo stesso motivo, non compariva nell’elenco delle “quarantene”. Fortunatamente, ripeto, mi avevano contattato e si erano messe in isolamento». Dunque, «la situazione è sotto controllo, monitorata». Alfredo Ricci poi ammette che quanto sta accadendo «era prevedibile, inutile nasconderlo. Venafro è un centro grande e, da non dimenticare, siamo collegati al cluster Neuromed; non a caso siamo stati dichiarati zona rossa».
Insomma, pur nella preoccupazione di aver visto una impennata nei casi riscontrati, il sindaco invita alla tranquillità: «Ci sono stati alcuni cittadini che mi hanno chiamato spiegandomi di aver avuto un contatto con positivi. Io ho consigliato di stare in isolamento, anche se non risultavano nell’elenco delle quarantene disposte dall’Asrem. Questo mi fa sorgere qualche perplessità, che in futuro dovremo approfondire: e le verifiche ci sarà modo di farle perché andranno fatte!».
Sia la 47enne che altre persone che si sono auto denunciate «negli ultimi 10 giorni non hanno avuto contatti sociali». Dunque, l’importante è sempre rimanere in casa salvo casi di necessità. La vicinanza al cluster Neuromed, con una ventina di operatori residenti in città in quarantena, ha fatto chiedere formalmente a Ricci l’effettuazione di tamponi «a tutti i soggetti sottoposti a quarentana prima dello stop del periodo di isolamento». Il sindaco ha spiegato: «Chiaramente non chiedo tamponi a tappeto ma a chi è stato a contatto con positivi, sì! E sto riscontrando disponibilità dall’Azienda sanitaria». Intanto, si va verso una proroga dell’ordinanza regionale che include Venafro nella zona rossa: «Ho dato parere favorevole», ha fatto sapere Ricci ‘anticipando’ che con ogni probabilità la città domenica 5 aprile non verrà ‘liberata’ malgrado la scadenza del provvedimento che, quindi, verrà prolungato.
Il sindaco ha pure anticipato che i controlli saranno ulteriormente inaspriti poiché «ho visto un po’ troppa gente in giro».

Un Commento

  1. Olimpia scrive:

    Un ospedale chiusoanche per l’emergenze e poi lo riapre per i malati di covid 19????Così tutela i suoi cittadini di Venafro??????? Vergognatevi!!!! Un paese sempre più alla deriva…..e tutti Pulcinella!!!!!

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.