Evidentemente credevano di farla franca, ma non avevano fatto i conti con i Carabinieri di Venafro che invece li hanno sorpresi e sanzionati. Forse pensavano che nessuno si sarebbe accorto di quella festa, in tempi di coronavirus. E invece qualcuno ha chiamato il 112 lamentando rumori (musica alta) e un “assembramento” non consentito. Tra i protagonisti della violazione – ed è per questo che in città è esploso il caso – anche un consigliere comunale di minoranza, addirittura vicepresidente dell’assise civica. Carmine Amoroso si è difeso (vedi box a lato), ammettendo pure di aver preso la multa ma asserendo di non aver partecipato ad alcuna festa. La sua presenza sarebbe stata solo per formulare gli auguri di buona pasquetta a degli amici che erano in giardino. Sia come sia, un pessimo esempio: multato dai Carabinieri e messo alla gogna dalla comunità locale.
Il giovane imprenditore solo alcuni giorni fa aveva dato vita ad un nuovo movimento cittadino, “Venafro unita”, con un buon riscontro da parte dei cittadini e di cui Primo Piano Molise ha dato puntualmente conto. Poi a pasquetta il grave passo falso.
Ovviamente non è dato sapere se effettivamente la sua presenza in una abitazione diversa da quella sua o di familiari sia stata solo un rapido passaggio – comunque sanzionabile e biasimevole -, fatto sta che alcuni hanno parlato di una vera e propria festa di pasquetta in atto. Tanto che Carmine Amoroso non è stato il solo ad essere multato. Oltre a lui anche altre persone che però non rivestono cariche pubbliche. Proprio da questo è nato lo “scandalo”. Anziché dare l’esempio, il vicepresidente del Consiglio comunale è stato quindi colto in fallo nonostante gli appelli quotidiani e pressanti e malgrado l’effettiva pericolosità di simili comportamenti. Inoltre, ci sono ordinanze emanate dal sindaco Alfredo Ricci che limitano ancora di più il raggio di azioni e comportamenti concessi in questi giorni di emergenza.
Di tutto questo, Amoroso però non ha tenuto conto commettendo la grossa “leggerezza”.
La scena, comunque, non è passata inosservata, con due pattuglie dei Carabinieri con i lampeggianti accesi e con i militari capeggiati dal maggiore Mario Giacona che identificavano i partecipanti alla pasquetta.
L’indomani sulle chat Whatsapp dei venafrani ha iniziato a circolare un messaggio che raccontava l’episodio, con tanto di particolari (non verificati) di gente sfuggita ai controlli.
Tantissime le reazioni a quanto accaduto, con messaggi di solidarietà all’amministratore comunale ma anche altrettanti di critiche e censura al comportamento tenuto da chi invece, è stato sottolineato in generale, dovrebbe dare l’esempio in virtù della carica pubblica rivestita.
«Ho sbagliato, ma in realtà ero solo passato a dare gli auguri»
Quando il caso nel pomeriggio di ieri è deflagrato in tutta la sua portata, Carmine Amoroso ha deciso di affidarsi ad un post pubblico su Facebook per spiegare l’accaduto: «A tutti questi sapientoni e leoni da tastiera dico solo due parole in merito all’episodio di lunedi, visto che leggo tante menzogne! Sono uscito di casa alle ore 19 per prendere le sigarette al distributore accanto al bar Napoli ed eventualmente un uovo di Pasqua da qualche parte, che a casa avevamo terminato, testimonianza fu la mia storia su instagram alle 18,30 a casa mentre auguravo la serena pasquetta a tutti… Da lì, per rientrare, sono passato davanti casa di un amico che era in giardino con il fratello e mi sono fermato per salutarlo e fare loro gli auguri di Pasqua! Beh mi direte… Non potevi farlo… Ok bene, ma ditemi una cosa: a nessuno di voi è capitato in questi giorni di uscire per motivi personali e trovarsi a fare gli auguri a qualcuno?».
Il vicepresidente dell’assise civica venafrana ha quindi invitato tutti ad essere «seri e soprattutto non fate i finti perbenisti che abbiamo altri problemi oggi in Italia! E quindi non era in atto nessuna pasquetta. Raccontate almeno la verità, che dalla fantasia alla cretinaggine il passaggio è veloce e sottile».
Diverse le reazioni al suo post. Amoroso ha poi ammesso di aver sbagliato e di aver preso la multa, tentando comunque di ridimensionare l’accaduto.