Minacce ed auto incendiate per farla allontanare dal loro padre, 60enne imprenditore. Due fratelli sono finiti nei guai dopo i Carabinieri della Compagnia di Venafro li hanno incastrati quali mandanti di atti persecutori e danneggiamento ai danni di una donna che aveva una relazione con il loro congiunto. Nonostante il padre sia da tempo separato, la storia non è mai andata giù ai due. Gli episodi, avvenuti nel Venafrano, risalgono già al dicembre 2018 con l’incendio dell’auto (fatti poi “replicati” lo scorso aprile con la nuova vettura della donna), per poi proseguire fino alle settimane scorse con minacce telefoniche e sui social.
Ieri mattina, però, per fortuna l’incubo è finito. Non una storia di stalking ad opera di un ex amante geloso, dunque, quella scoperta dai Carabinieri della stazione dell’hinterland di Venafro coadiuvati dai loro colleghi del Norm della Compagnia Carabinieri di Venafro.
I militari, a dire il vero, si erano da subito orientati nella giusta direzione, ma le indagini dirette dal pm Alessandro Iannitti, si sono rivelate complesse e difficili. Si è dovuto ricorrere ad indagini tecniche affiancate da quelle tradizionali sul territorio che hanno permesso di acclarare una serie di relazioni e collegamenti che hanno chiarito i contorni di una relazione sentimentale pluriennale, parzialmente ammessa, tra la donna vittima dei reati ed un uomo separato che veniva osteggiata dai due figli adulti di lui. Gli stessi, che con il padre condividevano anche gli affari essendo occupati nella medesima attività di famiglia, dopo diverse minacce rivolte in forma anonima e talvolta esplicita alla donna, si sono decisi a passare dalle minacce ai fatti, con l’incendio della prima auto della donna, un’utilitaria che le era indispensabile per recarsi al lavoro. Questo episodio, avvenuto in una notte a ridosso del Natale del 2018, aveva inizialmente raggiunto lo scopo determinando l’interruzione della relazione che però riprendeva qualche mese dopo. Ma quando la povera donna, che svolge un lavoro modestamente retribuito, aveva riacquistato un poco di serenità e grazie all’aiuto dell’uomo che amava aveva riacquistato una seconda autovettura, usata anch’essa, ecco che ancora una mano vigliacca, incaricata dai due fratelli, ad aprile, nottetempo, incendiava anche questa seconda autovettura gettando la vittima in uno stato di profonda disperazione.
La Procura della Repubblica di Isernia, nel corso delle indagini dirette dal sostituto procuratore Alessandro Iannitti e coordinate dal procuratore della Repubblica Carlo Fucci, non ha quindi risparmiato alcuno strumento operativo né risorsa umana delegando ai Carabinieri della Compagnia di Venafro indagini sempre più stringenti che hanno permesso di individuare sia i due mandanti degli incendi che l’esecutore materiale dell’ultimo di essi, con un quadro probatorio così chiaro e solido da determinare il gip del tribunale di Isernia Antonio Sicuranza ad emettere un’ordinanza di applicazione di misura coercitiva del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa in capo ai due fratelli che, insieme all’esecutore materiale, dovranno ora rispondere dei reati di atti persecutori in concorso nonché di danneggiamento seguito da incendio.
La donna potrà finalmente tornare a dormire sonni tranquilli ed a vivere la propria vita senza doversi guardare le spalle, con la Procura che non allenterà comunque la vigilanza.

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