Lo Sprar di Venafro spalanca le porte all’accoglienza. Ora è possibile dare l’ok ad altri ingressi, dopo l’approvazione del “Protocollo operativo, rischio biologico Covid-19”, procedure che di fatto, consente nuovi ingressi di richiedenti asilo e rifugiati.
Il Comune di Venafro e il Consorzio di libere Imprese (ente attuatore) che gestisce lo Sprar in città, hanno sottoscritto l’accordo nei giorni scorsi.
Accordo reso operativo dopo l’approvazione della giunta comunale. Si è partiti dalla delibera del Consiglio dei Ministri del 31 gennaio scorso con la quale «è stato dichiarato, per sei mesi, lo stato di emergenza sul territorio nazionale relativo al rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili; l’ordinanza del capo del dipartimento della Protezione civile n. 630 del 3 febbraio 2020, recante “Primi interventi urgenti di protezione civile in relazione all’emergenza relativa al rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili” e seguenti recanti ulteriori interventi urgenti in relazione all’emergenza in corso; il decreto legge 23 febbraio 2020, n.6 recante “Misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid 19”, convertito, con modificazioni, dalla legge 5 marzo 2020, n. 13, successivamente abrogato dal decreto legge 25 marzo 2020, n. 19, ad eccezione dell’articolo 3, comma 6 bis, e dell’articolo 4; la comunicazione del Servizio centrale del 17 marzo 2020 con oggetto “Siproimi – evoluzione della situazione di emergenza epidemiologica Covid-19”; la comunicazione del Servizio centrale del 30 giugno 2020 con oggetto “Gestione accoglienza, indicazioni Covid-19».
Poi la delibera del Consiglio dei Ministri dello scorso 29 luglio che ha prorogato lo stato di emergenza al 15 ottobre 2020. È un protocollo interno che regola le modalità di ingresso nelle strutture Sprar di Venafro «al fine di contrastare, in maniera efficace, eventuali rischi di contagio da Covid-19 e salvaguardare la salute dei beneficiari ospiti già presenti nelle strutture di progetto, nonché quella degli operatori coinvolti a vario titolo nelle attività progettuali e quella di tutti i cittadini presenti sul territorio comunale e limitrofo».
L’atto appena deliberato consente di accogliere altri immigrati provenienti da altri centri di accoglienza, sia provenienti dalla stessa regione Molise che provenienti al di fuori dei confini regionali, «ai fini dell’accettazione nel progetto si richiede preliminarmente il rigoroso rispetto delle seguenti condizioni: possesso di un risultato del tampone negativo, fatto al massimo 2 giorni prima della data prevista per l’ingresso a carico dell’ente inviante; possesso della certificazione medica di assenza di sintomatologia simil-influenzale e/o altri fattori di rischio o sospetti per Covid-19; possesso di un registro della misurazione della temperatura giornaliera del beneficiario nei 15 giorni precedenti l’ingresso, per certificare che questa non sia mai stata pari o superiore ai 37.5°, e quindi che non ci siano stati sintomi riferibili al corona virus; misurazione della temperatura del beneficiario all’ingresso in struttura: se la temperatura è pari o superiore a 37.5°, verranno avvertite le autorità sanitarie per valutare la procedura da seguire; obbligo di indossare la mascherina chirurgica all’ingresso e per tutta la durata del colloquio d’ingresso; quarantena fiduciaria di 15 giorni presso una struttura messa a disposizione del centro di accoglienza ospitante; possibilità di ripetere attraverso le strutture sanitarie territoriali il tampone molecolare a pochi giorni dall’arrivo».
Marco Fusco