L’esponenziale aumento dei contagi in provincia ha di fatto mandato in tilt l’ospedale di comunità Ss Rosario. Presso l’ex nosocomio, infatti, da giorni si registrano lunghe code e attese spaspodiche sia per effettuare il tampone che per ritirare i relativi referti. Gli utenti sono chiaramente inviperiti. E ieri mattina, con la tensione alle stelle, è stato richiesto l’intervento dei Carabinieri. Ovviamente, gli operatori finali sono costretti a lunghi turni e lavoro straordinario (sotto tutti i punti di vista) considerato l’afflusso di persone da tutta la provincia a Venafro. Alla fine, però, purtroppo spesso sono loro a pagare le ire degli utenti.
Ieri mattina, al punto Covid-19 si sono registrate quasi 150 persone in attesa. Discorso simile all’interno dell’ospedale di comunità presso il laboratorio analisi. Una situazione che ha inevitabilmente fatto scattare l’’assembramento’ poiché è stato pressoché impossibile rispettare le giuste distanze.
La speranza è che si prendano i dovuti provvedimenti al più presto.
Intanto, si registrano nuove denunce sui “mancati esiti”. In particolare, ieri è stata la volta del genitore di uno degli alunni della classe del liceo scientifico di Venafro che ha avuto un positivo tra gli alunni. «Mio figlio fa parte di quei ragazzi costretti a ripetere il tampone in quanto il primo, effettuato martedì scorso, non è stato possibile processare (nessuno ci ha mai chiarito il motivo) – ha spiegato il papà ai Carabinieri -. Il tampone, mio figlio, così come altri suoi compagni lo ha ripetuto sabato. Scopro da un gruppo di genitori su WhatsApp, che una buona parte dei suoi compagni ha avuto i risultati già da ieri sera (l’altroieri, ndr), mentre noi siamo ancora in attesa del risultato. Mi sono recato all’ospedale di Venafro ma nessuno ha notizie certe sul tampone di mio figlio, si limitano a dire che loro hanno solamente il compito di consegnare i referti che arrivano da Campobasso».
Dunque, «oltre l’ansia di aspettare il risultato, siamo in isolamento volontario (anche perché di tutta questa storia nessuno ha mai fatto comunicazioni ufficiali) e questo sta creando disagi anche sul piano lavorativo».
“Giordano” in ‘tilt’. Il contagio nella scuola, e soprattutto le conseguenti quarantene precauzionali, hanno di fatto provocato l’interruzione delle lezioni in presenza. Infatti, per tutta la settimana non sarà «possibile garantire l’espletamento delle attività didattiche e la vigilanza degli studenti in presenza per la temporanea assenza di un numero elevato di docenti (12 di scuola secondaria di I grado e 47 di scuola secondaria di II grado) per quarantena disposta dal Dipartimento di prevenzione dell’Asrem».
Dunque, fino al 24 ottobre le attività didattiche per la scuola primaria e secondaria di I grado di Monteroduni e per la scuola secondaria di II grado di Venafro saranno svolte in modalità Fad in base al Piano scolastico per la Didattica digitale integrata.