Se è vero che tre indizi fanno una prova, allora a breve davvero potrebbe realizzarsi (nuovamente) l’ipotesi della ‘riconversione’ della Rsa di Venafro in reparto atto ad ospitare anziani positivi al Covid-19.
Un pò sulla falsariga di quanto accadde all’inizio dell’epidemia la scorsa primavera. I tre indizi sono rappresentati da un certo attivismo (pulizie e sistemazioni) nella Rsa del Santissimo Rosario, dalla rabbia del comitato pro ospedale e dalla lettera del sindaco di Venafro che, se analizzata nel dettaglio, parla proprio di questa evenienza “avvisando” Asrem e commissari alla Sanità.
Anche sulle tempistiche “tutto torna”. Insomma, il Santissimo Rosario potrebbe essere ancora e nuovamente utilizzato solo in caso di necessità e di emergenza, accertato che altrimenti – almeno questa è la sensazione di addetti ai lavori, rappresentanti politici, cittadini – viene pressoché dimenticato dai vertici sanitari.
Una nota in più ieri si è aggiunta alla protesta e alle rimostranze. Il comitato pro Santissimo Rosario ha infatti inteso chiamare in ballo direttamente il vicepresidente della giunta regionale del Molise, l’assessore Vincenzo Cotugno. «È nella stanza dei bottini eppure pubblicamente non difende il Santissimo Rosario né parla praticamente mai di Venafro! Perché?!», attaccano i vertici del comitato.
«Rispetto all’eventualità di vedere nuovamente ricoverati presso il “Santissimo Rosario” pazienti positivi al Covid – ha scritto Ricci nella nota del 2 novembre ad Asrem, commissari e Regione -, non appare scontato che la comunità che mi onoro di rappresentare abbia un approccio improntato alle stesse serenità e disponibilità in precedenza manifestate, dopo mesi di attesa rispetto alle legittime ed essenziali richieste di attivazione e riattivazione dei servizi di cui innanzi, non potendosi condividere una impostazione tendente a considerare il “Ss Rosario” come una struttura utile soltanto all’occorrenza». Più chiaro di così…