Il Consorzio di bonifica della Piana di Venafro ha il suo nuovo presidente: si tratta di Raffaele Cotugno. Già amministratore dell’ente, l’imprenditore agricolo ieri è stato eletto al vertice. Il suo nome era tra i principali candidati alla presidenza, e il consiglio di ieri non ha riservato scossoni o sorprese. Dopo oltre 3 anni di commissariamento finisce così l’era della dirigente regionale Nicolina Del Bianco.
Vice di Cotugno è stato eletto Carmine Falciglia, una vita passata al vertice della Coldiretti prima della rottura. Nel comitato esecutivo entrano pure il più votato della prima fascia Guido Cimino, Adamo Di Nardo (prima fascia) e Michele Rongione (seconda fascia).
A ‘dettare legge’, coma da tradizione, è stata la terza fascia (maggiori contribuenti). In sostanza, per la scelta del vertice la lista uscita vincitrice dalle urne “Acqua, ambiente e territorio” ha votato i primi eletti (con eccezione di Stefania Passarelli, la più votata in terza fascia ma incompatibili con la presidenza). L’ultimo presidente eletto della Bonifica era stato Vittorio Nola.
Ricorso al Tar. A proposito di elezioni, proprio ieri, in concomitanza con l’insedimanento della nuova amministrazione, Coldiretti ha presentato il ricorso al Tar.
Secondo l’associazione di categoria si sarebbero verificate delle «“sviste” nell’espletamento delle procedure per il rinnovo degli organi consortili».
Come spiegato da Coldiretti, «a tanto si è giunti, nella piena consapevolezza che l’autogoverno degli agricoltori e di tutti i cittadini consorziati, passa dal pieno rispetto delle regole e delle procedure amministrative».
Coldiretti ha sottolineato come le «irregolarità che sono state puntualmente denunciate avrebbero dovuto condurre all’immediata esclusione della lista “Acqua, ambiente e territorio”. Coldiretti, che ha sempre sostenuto il ruolo fondamentale dei Consorzi di bonifica, scendendo in campo si era posta l’obiettivo di rafforzare, attraverso l’impegno di nuove professionalità, le capacità di intervento, la progettualità e l’innovazione nel modo di operare dell’ente consortile. L’auspicio era e rimane quello di realizzare, insieme ad una gestione corretta del sistema irriguo, forti azioni di contrasto al dissesto idrogeologico, attraverso l’attuazione di progetti che possano incidere in modo determinante anche nella riduzione dei cambiamenti climatici, aumentando, nel contempo, la competitività delle filiere agricole produttive presenti sul territorio venafrano».