È successo di nuovo. In proporzioni più ridotte ma comunque seguendo lo “schema” della primavera scorsa. Mercoledì sera sono stati, infatti, trasferiti 9 pazienti dalla Rsa di Larino al Ss Rosario di Venafro. Dopo il primo contagiato giunto al reparto Covid martedì di giorno, l’operazione di “massa” è stata condotta ad un orario serale, richiamando alla mente le scene dello scorso aprile.
Sia come sia, questa volta il “clima” politico sembra essere meno accogliente, come del resto aveva preconizzato il sindaco Alfredo Ricci, rispetto a 7 mesi fa. Nessuna contestazione verso i poveri ospiti, anzi (e ci mancherebbe!). Tuttavia, l’aver riattivato la Rsa ancora una volta solo per fare fronte all’emergenza ha fatto storcere il naso a molti in città. In primis al comitato e al sindaco (eloquente, a riguardo, la nota del 2 novembre scorso). Stavolta, si è aggiunta pure la critica rivolta all’organizzazione in quanto sarebbe stato chiesto agli infermieri di sdoppiarsi tra Udi e Riabilitazione e reparto Covid. In altre parole, il personale in servizio nell’Unità di degenza infermieristica e nella Riabilitazione dovrà garantire assistenza pure ai contagiati.
In sostanza, si rischia una “chiusura” silente dei due reparti attualmente in funzione in quanto è plausibile ritenere che una volta dimessi gli attuali sei ricoverati non verrà ‘accolto’ più nessuno.
Il primo cittadino di Larino Puchetti ha fatto già sentire la propria voce forte e chiara contro il trasferimento dal comune frentano a Venafro, informando addirittura la Procura di quanto avvenuto. Oggi sono attese reazioni pure dalla città diomedea, con Ricci in testa. Al momento, però, il consigliere regionale dei 5 Stelle Vittorio Nola ha già anticipato che in sede di “tavolo Covid” convocato per oggi solleverà il caso. In particolare, come detto, la criticità più grossa – tra le altre – è relativa al fatto che sarebbe stato chiesto al personale in servizio presso Udi e Riabilitazione di dare assistenza pure ai malati Covid-19.
Finora dunque, dalla Regione, solo il 5 Stelle Nola ha pubblicamente chiesto che presso il “Ss Rosario” vengano salvaguardati i servizi minimi e al “Vietri” di Larino venga «finalmente organizzato un reparto per i paucisintomatici da Covid e in generale per le malattie infettive utilizzando al meglio i fondi dedicati!».
Insomma, per Nola sarebbe stato più logico evitare il viaggio di 150 km ai poveri pazienti di Larino mettendo al contempo in “crisi” il personale del “Ss Rosario” che dovrà operare su due fronti: Udi/Riabilitazione e Rsa-Covid.