«Non ho mai chiesto aiuto, solo quando ho perso il lavoro. Con dignità e con il cuore in mano sono andato a bussare prima di tutto laddove dovrei trovare accoglienza, comprensione, aiuto concreto. Sono stato sbattuto da un paese all’altro: Sesto Campano, Isernia, Venafro. E che dire del mio parroco che mi ha liquidato in malo modo. A lui avevo detto di non mandarmi a Isernia o a Venafro, perché non potevo spendere soldi inutilmente per la benzina»: la denuncia a Primo Piano la fa un operaio di Sesto Campano, padre di due bambini piccoli e con moglie casalinga.
Vive in una casa popolare del piccolo centro alle porte di Venafro. Racconta la sua odissea, il suo calvario per tentare di far capire che voleva solo portare a casa qualcosa per i propri figli.
«L’altro giorno ascoltavo Papa Francesco all’Angelus che diceva: “Un saluto speciale alle famiglie, che in questo periodo fanno più fatica. Su questo, pensate a tante famiglie che sono in difficoltà in questo momento, perché non hanno il lavoro, hanno perso il lavoro, hanno uno, due figli; e a volte, con un pò di vergogna, non fanno sapere questo. Ma siate voi ad andare a cercare dove c’è necessità. Dove è Gesù, dove è Gesù nel bisogno. Fate questo”. Ecco, queste parole vorrei ricordare al mio parroco, ai parroci dove ho bussato e mi è stata chiusa la porta in faccia. A un parroco ho ricordato che aveva battezzato il mio bambino e che avevo dato tutto quel giorno per abbellire la chiesa. Non è servito a nulla, mi ha liquidato con una busta di viveri che non ho avuto il coraggio di portare a casa ma che ho donato a un’altra persona nel bisogno come me. Tutto questo- mi creda- mi fa male. Tutto questo fa a cazzotti con quanto Papa Francesco ricorda incessantemente su questo punto, quello di venire incontro ai poveri, di andarli a cercare e non attendere che vengono all’emporio o alla parrocchia».
L’operaio, poi, ha informato della sua situazione a dir poco precaria al sindaco del paese: «Certo che ho informato il sindaco, ma fino a oggi non ho ricevuto nulla, leggono i miei messaggi ma non rispondono. A loro ho chiesto di farmi fare la spesa per i miei bambini, di portare latte, pasta, carne a casa. Non ho chiesto altro. Eppure i bandi li fanno al Comune ma vanno ad aiutare chi non è povero, perché se dai soldi ai commercianti, ai generi alimentari quelli possono pure chiudere ma hanno le scorte, fidatevi. Qui occorre aiutare prima chi si trova ora con la faccia a terra. Il Comune riceve tanti soldi da più parti e lo sappiamo, occorre fare delle scelte. Queste scelte non sempre vanno nella giusta direzione. Questa è la verità».
Si spera che il sindaco provveda almeno a dare qualche risposta concreta a questo operaio sestolese che ha perso il lavoro. Lavorava fuori regione, non ha protezioni particolari, e ora sta toccando il fondo del barile. Chi non ha girato le spalle al nostro lettore è stato il gruppo parrocchiale della chiesa di “San Giovanni in Platea”, Venafro. Subito i primi aiuti da ieri.
Questo l’esempio più bello capitato all’operaio di Sesto Campano che ha bisogno di aiuto. Ha due bambini che frequentano la scuola a Sesto Campano. Si faccia avanti anche il mondo della scuola. Si mettano in campo le energie migliori della comunità per stare a fianco dei bisognosi, quelli che con dignità affrontano tutti i giorni la durissima realtà dell’emergenza senza fine. Tutto sull’esempio di Papa Francesco, che dovrebbe sempre guidare chi nella chiesa locale, gestisce i fondi della Caritas nazionale.
Marco Fusco
Sono di forlì