Questa mattina, intorno alle ore 6, personale della Squadra Mobile, congiuntamente alla Guardia di Finanza, al termine di un’attività investigativa iniziata nel 2011, ha eseguito una misura cautelare, emessa dal Gip Rinaldi, a carico di 5 imprenditori di Cercemaggiore, Cercepiccola, Cantalupo, San Giovanni in Galdo e Sant’Elia a Pianisi. Gli indagati (G.T., 40 anni, M.F., 55 anni, E.D., 41 anni, L.C., 55 anni, e T.C., 30 anni), tutti professionisti operanti nel settore edile, hanno posto in essere reati di estorsione e calunnia nei confronti di altro imprenditore, anch’esso impegnato nel settore edile. I soggetti indagati, dopo aver affidato in subappalto alle vittime la realizzazione di lavori per la costruzione di abitazioni private in diversi comuni della regione (uno di questi è a Coste di Oratino, proprio alle porte di Campobasso), senza corrispondere agli stessi il corrispettivo del lavoro, hanno estorto le attrezzature occorrenti per i cantieri con minacce, attestandone, falsamente, il furto. L’ordinanza dispone il divieto di dimora nei Comuni di residenza, il divieto di dimora nei Comuni di Cercepiccola e Cercemaggiore, il divieto di avvicinamento alle vittime dei suddetti reati, alle loro famiglie ed alle loro abitazioni. Nei confronti di tutti gli imprenditori è stato previsto, inoltre, l’obbligo di presentazione alla P.G., oltre al sequestro preventivo di attrezzatura edile e di diversi beni mobili appartenenti alla cooperativa di proprietà delle vittime per un valore di circa 100mila euro. Le indagini, coordinate personalmente dal Procuratore Capo Armando D’Alterio, proseguono per verificare se i soggetti abbiano posto in essere altri reati a danni delle vittime.
I dettagli dell’indagine sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa dal capo della Squadra Mobile Giuseppe Annnicchiarico. Sequestrati anche diversi documenti. Per una delle imprese coinvolte è aperto un fascicolo con una richiesta di fallimento. “Nei confronti delle due vittime, appartenenti ad una cooperativa – ha spiegato Annicchiarico – ci sono state minacce, mediante le quali queste persone sono state costrette a lasciare nei cantieri tutti i loro materiali, dai ponteggi ad ogni altro attrezzo utile per svolgere il lavoro. Uno dei due poi è stato costretto a firmare anche un documento”.