E' stata operata ieri mattina dall'equipe chirurgica del dottore Giovanni Fabrizio la 19enne di Ururi che, nel tentativo di proteggere la madre dalla furia del padre, ha subito diverse coltellate, tutte o quasi vicine ad organi vitali, sia nella parte anteriore del tronco che posteriore ma anche sulle braccia, a riprova della sua volontà di volersi difendere dall'azione criminale del padre. E proprio per 'ricucire' un tendine reciso da una coltellata, la giovane donna, non solo ha avuto una prognosi di trenta giorni, ma si è dovuta sottoporre ad una operazione chirurgica necessaria per non farle perdere la piena funzionalità della mano.
Un’altra triste storia di violenze consumate all'interno di un'abitazione. All'interno di quella che per molti era una normale famiglia, dove però, almeno stando alle notizie raccolte, le cose non funzionavano più, tanto che la ragazza, già nel recente passato sembra abbia denunciato il padre per violenza e comunque per un atteggiamento di padre padrone giunto addirittura a farle perdere la scuola per un fidanzato non gradito. Una famiglia dove padre e madre vivevano praticamente da separati tanto che l'uomo sembra avesse già lasciato il domicilio familiare per vivere, sempre ad Ururi, ma in un'altra abitazione. Una profonda crisi coniugale, nell'ombra una storia con un'altra donna ed ancora continui litigi spesso anche dopo che l'uomo aveva magari anche alzato il gomito. Fino all'ultimo di ieri l'altro. Sì, perché stando alle nuove notizie raccolte, la ragazza si sarebbe interposta tra la madre ed il padre che avrebbe indirizzato la sua furia omicida contro l'ex moglie finendo però per colpire con un coltello da cucina verosimilmente, non una ma almeno cinque o sei volte la figlia, prima di dileguarsi nei campi dietro l'abitazione di via dei Giardini. Un raptus omicida che ha letteralmente squarciato la quotidianità tranquilla di Ururi dove l'uomo, idraulico, originario di Montelongo ma da anni residente nel centro bassomolisano, è conosciuto da tutti così come la ex moglie e la figlia che frequentano attivamente la parrocchia.
Facendo un passo indietro, l'uomo, come detto, dopo aver inferto diverse coltellate alla figlia si era allontanato nei campi salvo poi farsi trovare dai carabinieri del nucleo radiomobile della compagnia di Larino e dai militari della locale stazione che agli ordini del comandante Claudio Mandrone intorno alle 21 dell'altra sera l'hanno condotto in caserma per un primo interrogatorio. Dell'accaduto è stato prontamente avvisato il sostituto procuratore Luca Alfredo Davide Venturi. Il magistrato veronese dopo aver ricevuto l'esito della prognosi emessa dai sanitari del pronto soccorso del Vietri ha dato il via libera all'arresto dell'uomo che dalla mezzanotte di ieri si trova recluso nel penitenziario di via Molise con la pesantissima accusa di tentato omicidio. Lo stesso Venturi ieri mattina ha ricevuto il comandante Mandrone ed ha letto i referti medici in uno con le prime dichiarazioni rilasciate dall'uomo nella caserma ururese. Al termine ha inviato alla cancelleria del gip la richiesta di interrogatorio di garanzia che si svolgerà con ogni probabilità nella giornata di domani dinanzi al giudice per le indagini preliminari Aldo Aceto e al legale del 50enne, l’avvocato Costantino Gemma di Ururi.