Era stata arrestata il 7 novembre scorso perché trovata in possesso di eroina e cocaina. Martedì per la 51enne campobassana si è chiuso il processo di primo grado con una condanna pesantissima: 4 anni di reclusione per detenzione di droga ai fini di spaccio. È quanto ha stabilito il gup Veronica D’Agnone al termine del giudizio abbreviato (rito che prevede, in caso di condanna, lo sconto di un terzo della pena). La richiesta del pm Barbara Lombardi era di 8 anni di reclusione, a cui si è opposto il difensore della donna, l’avvocato Silvio Tolesino che, dopo la condanna ha annunciato che ricorrerà in Appello.
La 51enne, volto noto alle forze dell’ordine, era finita in manette a novembre scorso perché pizzicata dalla Polizia con addosso diversi grammi di eroina e cocaina. Era stata fermata insieme alla cognata e ad un dipendente dell’Unimol, a bordo di un’auto proveniente da Termoli. Nella vettura gli agenti avevano ritrovato 2 involucri di sostanza stupefacente, l’uno contenente 74 grammi circa di eroina l’altro 1,30 grammi circa di cocaina. Ma la 51enne aveva nascosto nelle parti intime anche altri due involucri contenenti pochi grammi di eroina che non sono sfuggiti alla perquisizione degli agenti.
Per altro la 51enne è implicata anche nell’operazione Alcatraz, scattata a maggio scorso, nell’ambito della quale sta scontando la custodia cautelare in carcere. Secondo l’accusa la donna, sorella di un detenuto rinchiuso in via Cavour per una condanna per spaccio, aveva preso il controllo dell’organizzazione criminale insieme alla cognata dopo l’arresto del loro congiunto: gestivano il rifornimento e lo smercio di droga sostituendosi, di fatto, al capo finito in carcere.
L’uomo infatti riusciva comunque ad impartire gli ordini alle donne rimaste in casa per far proseguire l’attività.
La compagna del detenuto, madre di un bambino di quattro anni, le sorelle ed i nipoti, si adoperavano tutti nella vendita di stupefacenti creando una vera e propria piazza di spaccio – tra via Liguria e via De Gasperi – con guadagni che arrivavano fino a 3.000 euro al giorno.
L’indagine durata circa otto mesi ha portato alla luce la vendita di circa 2.500 dosi tra eroina, cocaina, crack, hashish, marijuana, metadone e suboxone.
Numerosi sono stati i sequestri di denaro durante le cessioni di stupefacente riscontrati, ed addirittura il sequestro di una grossa quantità di denaro confezionato sottovuoto ad arte, nascosto nel pannolone della madre del detenuto (anche lei indagata).