Sono stati torturati e assassinati nella loro villetta di Lignano Sabbiadoro. Una tragica fine per i coniugi Paolo Burgato e Rosetta Sostero. Un omicidio ferocissimo, commesso a centinaia di chilometri dal capoluogo molisano ma che in qualche modo ha a che fare con Campobasso. Secondo il racconto di un testimone pare infatti che Lisandra Aguila Rico, la ragazza accusata di omicidio, da qualche tempo avesse lasciato il Friuli Venezia Giulia per trasferirsi nella zona di Campobasso dove aveva trovato un’occupazione lavorativa. Il gip di Udine, Paolo Lauteri, ha comunque convalidato il fermo e disposto la misura cautelare in carcere per la 21enne colombiana accogliendo così le richieste del pm e ritenendo sussistenti tutte e tre le esigenze cautelari (pericolo di fuga, pericolo di inquinamento probatorio e pericolo di reiterazione dei reati). Intanto i carabinieri del nucleo investigativo di Udine hanno anche rintracciato a Cuba Reiver Laborde Rico, 24 anni, fratellastro di Lisandra Aguila Rico di 21 anni, indagato assieme alla sorella per rapina e duplice omicidio pluriaggravato. A inchiodare i due ragazzi è stato l’incrocio dei dati e l’esame delle utenze che, nelle prime ore del 19 agosto, hanno agganciato la o le celle presenti nella zona della villa dei coniugi Rosetta Sostero e Paolo Burgato, in via Annia 12, a Lignano. Operazione che ha consentito agli investigatori di restringere il cerchio. “Le figure di Lisandra Aguila Rico e suo fratello Reiver Laborde Rico – c’è scritto nell’ordinanza del gip di Udine – sono emerse, per la prima volta, nel corso dell’audizione di Enzo Spinelli, titolare del “Re del Gelato” che si trova nelle immediate vicinanze del negozio dei coniugi Burgato. I due sono risultati essere figli di primo letto dell’attuale moglie dello Spinelli (Sandra Rico)”. Il teste aveva riferito che “la ragazza, da circa un mese e mezzo non abitava più in Friuli, avendo trovato un’occupazione lavorativa nella zona di Campobasso. Il fratello – continua – aveva continuato a lavorare in Friuli, ma da qualche giorno era rientrato a Cuba, in prospettiva dell’imminente nascita del secondo figlio”. Ottenuto il numero di cellulare della ragazza, gli investigatori hanno così potuto ricostruire i movimenti e i contatti avuti nella notte del delitto.